“Al presidente del Consiglio, al governo, alle imprese, alle forze politiche, il nostro messaggio è semplice e chiaro: è un errore sbloccare i licenziamenti il primo luglio. E non si tratta solo di numeri. Il problema non è se i licenziamenti saranno pochi o tanti. Il fatto vero è che i problemi non si affrontano con i licenziamenti. Ci sono gli strumenti alternativi ai licenziamenti per evitarli. E se c’è la volontà politica l’accordo si può raggiungere in poco tempo, come abbiamo già fatto nel caso dei Protocolli sulla sicurezza”. Lo ha detto oggi (26 giugno) a Torino, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini concludendo la manifestazione di Cgil, Cisl, Uil. "Oggi era ora di prenderci la piazza e dire che il Paese cambia solo se cambia insieme al lavoro e per sostenere il lavoro. Non siamo disponibili ad accettare un peggioramento ne oggi ne mai, lo sappiano le forze politiche e le imprese. Siamo all'inizio di questa mobilitazione, vogliamo portare a casa il risultato ma se non ci ascoltano non ci fermiamo qui e uniti andremo avanti finché non lo avremo ottenuto". "Oggi chiediamo la proroga del blocco e che il governo faccia questo atto di attenzione verso il mondo del lavoro - aveva detto il segretario generale ai giornalisti prima del comizio - è il momento di unire, non di dividere e non è il momento di ulteriori fratture sociali".
Il governo si assuma la responsabiltà
Il segretario generale ha spiegato che non c’è da inventarsi niente. C’è già un provvedimento che permette di utilizzare la cassa integrazione senza costi per le aziende. La sfida al governo e alla politica è dunque quella di assumersi la responsabilità di una scelta così come si è fatto appunto in piena pandemia per i Protocolli per la sicurezza, che con i sindacati sono stati varati in 18 ore. Per quanto riguarda la cassa integrazione Landini ha anche ricordato che non è lo Stato a pagarla (quindi tutti i cittadini), ma le imprese e i lavoratori stessi. E’ dunque una questione di volontà politica. “Mi auguro - ha detto il segretario generale durante il suo comizio - che il governo ci ascolti perché queste manifestazioni di oggi non sono state indette solo per evitare lo sblocco dei licenziamenti, ma per cambiare il Paese. E noi vogliamo cambiarlo più del governo e delle imprese. Non vogliamo tornare alla situazione che c’era prima della pandemia”.
Estendere l’accordo sugli appalti
Il sindacato e il mondo del lavoro non solo hanno contribuito ad affrontare la crisi, ma hanno sempre fatto la loro parte. “Tutte le volte che ci hanno chiamato – ha detto Landini - abbiamo sempre trovato soluzioni intelligenti. L’ultimo caso è la cancellazione della logica del massimo ribasso negli appalti pubblici. E se pensiamo ai 300 miliardi di investimento per i prossimi anni ci capisce l’importanza della questione. “L’accordo firmato impone la responsabilità delle aziende appaltatrici e subappaltatrici. Noi oggi rilanciamo: quella legge non deve valere solo per i contratti pubblici. Ma per tutti gli appalti anche nel settore privato. Basta piangere dopo che succedono le cose".. Il segretario generale ha commentato anche la decisione del governo annunciata dal ministro Orlando di firmare il decreto ministeriale, che era previsto dal Dl Semplificazioni del 2020, per introdurre il Documento unico di regolarità contributiva che attesta la congruità dell'incidenza della manodopera nei settori dei lavori edili pubblici e privati.. E' una buona notizia, ha detto Landini, ma bisognerà estendere le norme a tutti i settori.
Il dramma vero è la competizione tra lavoratori
A proposito dei drammi che accadono nei luoghi di lavoro, Landini è tornato a parlare della morte a Novara del sindacalista Adil: "Quando una persona si batte per difendere i diritti e perde la vita non è accettabile. E la cosa più grave che deve far riflettere tutti riguarda la guerra tra lavoratori che si è innescata. A causare la morte del sindacalista è stato infatti un altro lavoratore dipendente: due famiglie nel dramma. Ma purtroppo gli esempi di questa guerra tra simili in onore del profitto sono tanti. Anche ieri sono molti altri lavoratori. Anche la strage della funivia. Quando nella testa delle persone scatta l’idea che il tuo tempo di vita e lavoro è legato al correre, al profitto, gli altri diventano concorrenti. Una società così è malata. Se si è determinata questa situazione è perché i governi (destra e sinistra) hanno fatto leggi balorde che hanno aumentato la precarietà e ridotti i diritti".
Tutte le riforme che servono subito
Il segretario generale ha voluto ricordare la lista delle riforme da realizzare subito insieme agli investimenti. "Abbiamo bisogno di nuovi ammortizzatori sociali universali, di politiche attive e politiche industriali. In Germania i centri per l’impiego tedeschi funzionano. Da noi sono mandati avanti da pochi precari e bisogna finirla con la logica dei navigator, lavoratori precari che dovrebbero trovare lavoro per altri lavoratori precari. E’ necessario quindi prorogare il blocco dei licenziamenti per avere tempo di varare la riforma degli ammortizzatori sociali. Ma non è la sola riforma che serve. Serve la riforma fiscale, quella della sanità e della scuola".
Lo Stato deve tornare a fare politica industriale
"La politica industriale è il grande assente. L’esempio è il caso dell’Embraco. Fare politica industriale vuol dire anche un intervento pubblico in economia. Bisogna smetterla di dare soldi a tutti. Dal 2015 al 2020 incentivi a pioggia alle imprese, non vincolate per 80 miliardi in cinque anni. Solo in Italia 180 miliardi per la pandemia. Per il lavoro circa 40 miliardi. Non è sbagliato salvare le imprese, ma è venuto il momento di collegare investimenti e sviluppo. Embraco, Whirpool di Napoli... il settore elettrodomestici aumenta i profitti., Allora perché non si investe? Si era pensato per Embraco a un ingresso pubblico. Whirlpool ha aumentato le vendite..e poi vogliono chiudere a Napoli. Torino è stata la capitale dell’auto. E ora che nel settore della mobilità cambia tutto e bisogna ripensare le fonti fossili entro il 2050, quando non ci saranno più i motori attuali, noi cosa facciamo? Lasciamo fare solo alle imprese o investiamo? Dobbiamo produrre noi. Nei prossimi anni i soldi li usiamo per comprare quelli fatti in Cina o fuori dall’Italia? O ci organizziamo per produrli noi? E non è questione di sovranismo. Noi possiamo farlo meglio degli altri e insegnare la sostenibilità sociale e ambientale. Dove produciamo i pannelli? Le nostre società vanno a fare investimenti all’estero. Una cosa così non si capisce. Chi ci vieta di fare un piano strategico? E’ questo che dobbiamo imparare dalla crisi. E’ venuto il momento di cambiare".
Bombardieri (Uil): “State giocando col fuoco”
Nelle altre due piazze delle manifestazioni hanno parlato i segretari generali della Cisl e della Uil. "Eccoci qui, ancora in piazza, per rivendicare il blocco dei licenziamenti. Li avvisiamo: state giocando con il fuoco", ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, intervenendo a Bari alla manifestazione unitaria per chiedere la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 31 ottobre. "Negli altri paesi Ue hanno utilizzato i fondi pubblici per bloccare i licenziamenti", sottolinea il leader della Uil. "I soldi per la cassa Covid vengono dal programma Sure che abbiamo pagato noi. Non le aziende", "Se ci volete convincere che prorogare di qualche mese il blocco dei licenziamenti è sbagliato, non ci riuscirete. Spiegatelo a chi rischia di perdere il posto di lavoro", aggiunge il leader della Uil. "L'unica strada - sottolinea - è il blocco per tutti e se non cambiate idea i lavoratori se lo ricorderanno". Fino ad oggi, rileva, "sono stati persi un milione di posti di lavoro" .
"I giovani non trovano sbocchi, chiediamo scelte industriali – ha detto Bombardieri - E chiediamo risposte sull'Ilva di Taranto e sulle scelte industriali. Anche su Whirlpool, non molliamo. Chiediamo qualche dichiarazione in meno e qualche fatto in più". Per il leader della Uil serve "usare le risorse per garantire copertura a lavoratori in caso di crisi, le aziende devono pagare in base al principio assicurativo".
Sbarra (Cisl): Il governo torni sui suoi passi
"Il governo deve ritornare sui propri passi rispetto al blocco dei licenziamenti ed estenderlo almeno al 31 ottobre, un blocco generalizzato e deve confermare le Casse Covid lungo tutto il periodo di proroga. E parallelamente avviare riforme e investimenti per una transizione sostenibile. Si riformino gli ammortizzatori sociali, rendendoli universali". Lo ha detto il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra alla manifestazione unitaria di Cgil Cisl e Uil, dal palco di Firenze. "Oggi diamo un impulso in più a questo cammino di lotta e di responsabilità. Diciamo al governo e alla politica di occuparsi dei problemi concreti delle lavoratrici e dei lavoratori, delle famiglie e dei pensionati, dei bisogni e delle aspettative delle persone in carne e ossa". "Diciamo al governo che deve cambiare atteggiamento su alcune questioni fondamentali, rispetto alle quali non ha dimostrato la stessa attenzione che nei mesi scorsi ha contraddistinto altri passaggi importanti. Penso alla firma, a marzo, del Patto per la Pubblica Amministrazione. Penso al rinnovo, il 6 aprile, dei protocolli sulla salute e la sicurezza e all'intesa sulle vaccinazioni nei luoghi di lavoro. Penso al Patto sulla scuola del 20 maggio". "Quando c'e' da mettersi attorno a un tavolo per animare una nuova politica di concertazione – ha aggiunto Sbarra - concreta e pragmatica, il sindacato c'è e ci sarà”.