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Non coinvolgere i sindacati nella discussione sullo smart work non è la risposta giusta. Questa la posizione espressa oggi dalla Cgil: “L’annuncio della ministra Dadone di emanazione di linee guida sullo smart working, senza coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, non è la risposta giusta per affermare il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori a partecipare alla trasformazione e al rilancio della pubblica amministrazione”. Lo afferma, in una nota, la segretaria confederale Tania Scacchetti.
“Negli scorsi mesi le lavoratrici e i lavoratori della Pa - sottolinea - hanno dovuto operare da casa, e spesso senza alcuna garanzia sul diritto alla disconnessione e con costi spesso a loro carico. É stata una misura necessaria e spesso apprezzata, ma ora lo smart working che si vuole realizzare a regime dovrebbe rispondere a processi di innovazione organizzativa in cui viene valorizzato il lavoro, e non essere l’ennesimo strumento unilaterale nella gestione in mano ai dirigenti”.
“Nelle occasioni di confronto che abbiamo avuto non abbiamo mai mancato di dare la nostra disponibilità al dialogo e alla partecipazione alle scelte di cambiamento. La mancata regolazione di una trasformazione così importante attraverso accordi e contratti sarebbe - conclude Scacchetti - una scelta sbagliata e contraria per la valorizzazione del lavoro pubblico, che ha sempre caratterizzato gli obiettivi della ministra”.