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Oggi (31 ottobre) è ultimo giorno di Whirpool a Napoli. Almeno secondo l’azienda. Per i lavoratori, invece, la battaglia per il lavoro non è ancora finita. E’ quanto emerge dall’assemblea pubblica, aperta a tutte le forze sociali della città, indetta dalle Rsu Fim, Fiom e Uilm, che si è tenuta in mattinata. In 200 si sono riuniti nel salone dell'azienda, che ieri ha inviato la comunicazione ufficiale di cessazione delle attività nell'edificio ai dipendenti. Una trentina di operai ha trascorso la notte nello stabilimento, riscaldandosi con bracieri improvvisati con cesti difettosi che non sono stati utilizzati per la produzione di lavatrici.
L'assemblea era stata già programmata da tempo, ben prima del deludente incontro con il governo di ieri. Così, dopo la fumata nera al tavolo virtuale con Conte e i suoi ministri e le manifestazioni dei lavoratori che ne sono seguite, la lotta per lo stabilimento di via Argine va avanti. All'assemblea erano presenti anche il segretario generale della Cgil Napoli Walter Schiavella e quello della Fiom Napoli Rosario Rappa.
“Questa iniziativa serve per rilanciare ancora una volta un messaggio che rimane attuale – ha detto Rappa. Fino a quando non riprenderà la produzione, la vertenza resta aperta. Gli unici due soggetti che su questa questione non hanno cambiato idea sono l'azienda, che vuole chiudere, e il sindacato che vuole continuare a produrre lavatrici a Napoli”. La Fiom quindi, metterà in campo “tutte le iniziative per convincere Whirlpool a cambiare idea e il governo ad assumere decisioni coerenti con le dichiarazioni”.
“Siamo qui per portare la nostra solidarietà – ha invece detto Mario Di Costanzo, Rsu Fiom Fca Pomigliano – abbiamo passato 6 anni in cassa integrazione, quindi il nostro sentimento è lo stesso che oggi provano i lavoratori della Whirlpool. Non può passare il principio per cui si fanno accordi al Ministero e dall'oggi al domani le aziende decidono di cancellarli. Ci vuole un intervento forte della politica, ma ieri Conte ha dimostrato tutta la sua debolezza”.
Fabio Giuliani di Libera, “che è stata fin dall'inizio al fianco dei lavoratori” ha invece puntato l’attenzione sui rischi per il tessuto sociale: “ Io sono di questa terra, di questo quartiere. So cosa rappresentano le industrie qui. Da domani 300 famiglie saranno senza lavoro, è una giornata davvero triste. E senza l‘argine del lavoro, la criminalità ha maggiori margini di manovra. Le infiltrazioni camorristiche da oggi sono un rischio ancora più concreto”.
“La decisione di Whirlpool è inaccettabile, ed è anche un insulto alla città, al Mezzogiorno, all’intero Paese – ha detto Walter Schiavella –. Una decisione che merita risposte forti. La risposta forte del sindacato è già decisa: lo sciopero generale dell’intera area metropolitana per il 5 novembre nel pieno rispetto delle norme anti-Covid, per garantire la sicurezza di tutti coloro che parteciperanno e dei cittadini”.
Arriva anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che ieri sera ha fatto spegnere le luci di luoghi simbolo come il Maschio Angioino, piazza Municipio e palazzo San Giacomo. "Una proposta l'abbiamo fatta - dice - e ci abbiamo lavorato con giuristi ed economisti e l'abbiamo discussa anche con i lavoratori. Possiamo far diventare questo luogo il primo esempio di una fabbrica bene comune, dove il Governo, ma anche la Regione Campania, la Citta' Metropolitana acquisiscono le azioni della Whirlpool con un'attivita' di produzione e se del caso anche di riconversione, con i lavoratori che entrano nell'organizzazione e nella produzione".
(video e foto di Mattia Carpinelli e Carmine Bonanni)