"Non ne possiamo più: è il momento di dire basta". L'insofferenza, il senso di ingiustizia e la forte critica verso le associazioni datoriali sono i ritornelli della giornata: la sanità privata è scesa in piazza in tutta Italia, con presìdi sotto le prefetture di molte città. L'iniziativa è stata proclamata da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, con le parole d'ordine "Basta padroni predoni coi soldi pubblici".
Nella manifestazione di Roma, sotto la prefettura, da prima delle 9 del mattino i lavoratori scandiscono slogan per chiedere il rinnovo del contratto, scaduto ormai da 14 anni. Collettiva ha raccolto le loro voci. Si tratta di uomini e donne che, durante i giorni della pandemia, sono stati in prima linea nella lotta contro il Covid-19 esattamente come i colleghi del pubblico: anche per questo ritengono particolarmente inaccettabile il rinnovo negato.
In realtà per i lavoratori della sanità privata era stata siglata una preintesa lo scorso 10 giugno, poi rinnegata dalle associazioni Aris e Aiop che non hanno firmato la ratifica. Una scelta che ha fatto arrabbiare ancora di più gli addetti, che vedevano l'obiettivo a portata di mano. "Siamo in piazza in tutto il Paese per chiedere il rinnovo. Dopo la preintesa le associazioni non hanno voluto la firma definitiva, sostenendo che le garanzie fornite dal ministero della Sanità e della Conferenza delle Regioni fossero insufficienti", ha detto la segretaria nazionale della Fp Cgil, Barbara Francavilla.
"Noi non ci fermiamo - ha avvertito - e non ci fermeremo finché non avremo il contratto. Lo sciopero è una delle soluzioni che porteremo avanti". Quella di oggi è infatti la tappa di una lunga mobilitazione: la protesta continua lunedì 31 agosto, con assemblee e sit-in proprio nelle strutture Aris e Aiop. Fino alla carta dello sciopero nazionale, che il sindacato è pronto a giocare se non si sblocca la situazione.