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“No alla semplificazione nell’uso dei voucher nel settore agricolo, richiesta dalle organizzazioni datoriali”. È questo il messaggio contenuto in una lettera firmata dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan, Pierpaolo Bombardieri e di Fai, Flai e Uila, Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza, indirizzata al premier Giuseppe Conte e alle ministre del Lavoro, Nunzia Catalfo, e delle Politiche agricole, Teresa Bellanova.
Sul tema i sindacati avevano già scritto al governo il 3 aprile scorso, in piena emergenza covid, bollando questa stessa richiesta come “strumentale rispetto alle opportunità offerte dal mercato del lavoro e lesiva dei diritti dei lavoratori, in quanto aggirava i contratti e riduceva le tutele assistenziali e previdenziali in essi previsti”.
“Quella lettera”, scrivono oggi i segretari generali, “ha avuto ascolto e il governo ha saggiamente deciso in quella occasione di non modificare la normativa sui voucher. Non solo, nei successivi decreti adottati dal governo e approvati dal parlamento sono state introdotte nuove misure per venire incontro alle esigenze delle imprese”. Tra queste, si legge nel testo, la proroga fino al 31 dicembre prossimo dei permessi di soggiorno in scadenza; la possibilità per i lavoratori percettori di ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza di poter cumulare il lavoro in agricoltura fino a 2 mila euro; l’opzione, per parenti e affini di agricoltori, fino al sesto grado, di poter lavorare a titolo gratuito; infine, la “regolarizzazione” che, pur con risultati ancora inferiori rispetto alle attese, sta dando alle imprese l’occasione di far emergere il lavoro in agricoltura.
Proprio per le flessibilità introdotte e per l’alto numero di nuovi disoccupati, determinato dalle conseguenze della pandemia, i sindacati ritengono “assolutamente inopportuna” la nuova richiesta di semplificazione nell’uso di uno strumento che, in base alla regolamentazione attuale, già consente l’utilizzo dei voucher per retribuire percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati.
“Ribadiamo la nostra contrarietà verso questa richiesta”, conclude la lettera, “convinti che una “ripartenza” sostenibile dell’economia italiana non possa prescindere dalla regolarità e trasparenza dei rapporti di lavoro e dalla piena applicazione dei contratti di lavoro. Reiteriamo quindi la nostra richiesta al governo di non modificare, in peggio, la normativa vigente in materia di voucher”.