Puntata n.5/2024 – Vogliamo il pane, ma vogliamo anche le rose. 8 marzo, nella Giornata internazionale della Donna del 2024 resta attuale uno slogan che ha oltre un secolo. La battaglia per i diritti delle donne è ancora lunga
Vogliamo il pane, ma vogliamo anche le rose
Oggi è l’8 marzo, la Giornata internazionale della Donna. Da quella frase diventata slogan e denuncia nella lotta per i diritti delle donne è passato più di un secolo. Eppure quella frase è ancora attuale. “Al governo e alla presidente del Consiglio - ha scritto Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil - chiediamo atti concreti e non retorica, che da sola non può cambiare la condizione delle donne, ancora troppo discriminate, penalizzate e vittime di varie forme di violenza”. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani.
C’è voluta la prima presidente donna-mamma-cristiana del consiglio di tutta la peninsula terracquea per ricordarci che la parità è un genere non pervenuto su queste latitudini. E non è un problema solo grammaticale. Non è semplicemente l’articolo determinativo maschile singolare che introduce il ruolo istituzionale, ma è soprattutto l’assenza di politiche femminili plurali a connotarne la miopia e l’arretratezza culturale. 720 giorni per una mammografia, caccia al tesoro per la pillola del giorno dopo, forbice salariale sempre più ampia, figli come bonus, non mamme come malus, rottamazione dei centri antiviolenza. Anche a Teheran cominciano a guardarci con sospetto. Perché non basta rompere il tetto di cristallo se poi le schegge si conficcano sulla pelle delle donne. Diciamoci però la verità: da “L’uomo dell’anno”, secondo la stampa libera di Libero, potevamo aspettarci mica Tina Anselmi?
Diritto all’aborto
Mentre in Italia sparisce silenziosamente dagli ospedali, in Francia apparirà con tutti gli onori nella Costituzione. Una vera rivoluzione, quella di Francia, che diventa il primo Paese al mondo a prendere una decisione del genere. Una promessa per “le donne di tutto il mondo. Oggi la Francia rinnova la sua vocazione di faro dei diritti umani. La vostra lotta è la nostra lotta”, ha detto parlando all’Assemblea Nazionale Mathilde Panot, la capogruppo della France Insoumise, movimento di estrema sinistra che è all’origine del processo politico e costituzionale. Persino molti senatori della destra hanno finito per votare a favore. Anni luce dai beceri fascioleghisti di casa nostra, che hanno usato il contrasto all’interruzione volontaria di gravidanza come una bandiera da agitare in ogni campagna elettorale, dicendo e facendo di tutto in questi anni. In molte regioni è ormai complicatissimo esercitare quel diritto. Mancano i fondi per far funzionare la legge, mancano i medici disposti ad assistere le pazienti, ormai pochissimi di fronte all’esercito di medici obiettori. Basta leggere i dati che fanno dell’Italia uno dei paesi in cui si ricorre meno all’aborto in tutto il mondo.
“In Lombardia se un malato ha i soldi vive, se non li ha, rischia”
A dirlo una paziente oncologica di Bergamo. Le erano stati richiesti quattro esami. Nel pubblico le prime date disponibili erano tra due anni. Nel privato li ha fatti in due giorni pagando 422 euro. Ci siamo tutti assuefatti alla denuncia “Liste d’attesa troppo lunghe”. Dovremmo ricordarci che si traduce in “vite più corte”. Per questo e per altre battaglie altrettanto importanti in sanità, la Cgil insieme a molte associazioni ha lanciato una petizione, La Lombardia si cura, che potete sottoscrivere su change.org. Tutte le informazioni sui siti e le pagine social della Cgil Lombardia.
Cessate il fuoco a Gaza
Dopo la giornata nazionale del 24 febbraio scorso, che ha visto più di 120 città e decine di migliaia di cittadine e cittadini mobilitarsi per chiedere di fermare tutte le guerre, per difendere i diritti democratici fondamentali, l’invito è a partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà domani per chiedere il cessate il fuoco, di impedire il genocidio e garantire assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza. Domani, sabato 9 marzo, appuntamento in piazza della Repubblica a Roma alle 12:45 per il corteo che arriverà ai Fori Imperiali. Ci vediamo in piazza.
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