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Puntata n. 36 - Sono una maggioranza, nel Paese che invecchia. Eppure sono lasciati sempre più soli. Lo racconta il dramma di Milano
Vite in fumo
Sono una maggioranza, nel Paese che invecchia. Eppure sono lasciati sempre più soli. Lo racconta il dramma di Milano, che una mattina di pochi giorni fa è stata svegliata in piena notte dalle sirene dei camion dei pompieri e delle ambulanze. Il palazzo di una residenza per anziani nel quadrante sud della città ha preso fuoco. Sono state 6 le vittime, 80 i feriti. Per chi vive gli ultimi anni della propria vita nelle rsa, acronimo di morte nella Lombardia anziana decimata dal Covid degli ultimi anni, le condizioni di attenzione e sicurezza sono sempre più precarie. Così capita che nel pieno di una delle città più ricche, scintillanti e operose della Mitteleuropa, i soggetti più fragili che da quel benessere certificato in mille bilanci dovrebbero ricevere protezione, si ritrovino soli, in ostaggio delle fiamme, come nelle cronache di un tempo lontano. Si riparte, all’indomani di questa evitabilissima tragedia, da tutti i ragionamenti su assistenza, attenzione, invecchiamento attivo, valorizzazione di una fetta della popolazione sempre più larga. E sempre più sola.
Basta paghe sotto i nove euro
Maurizio Landini fissa la trincea della dignità sociale e del lavoro. Salario minimo? Parliamone, ma l’obiettivo resta più alto e più ambizioso e vuole annientare le cause dell’impoverimento. Lotta senza quartiere ai contratti pirata e alla precarietà. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani.
C’era una volta la generazione “mille euro”. Quella del sogno Erasmus, della gavetta temporanea, dell’intanto comincia a sudare che poi il contratto arriva. Interminabili gimkane co.co.co. e quasi mai l’agognato traguardo. Ma in pochi anni si è riusciti a fare peggio, passando direttamente alla generazione “pochi spicci”. Quelli che non bastano per scavallare la seconda settimana, al massimo per procurarsi un biglietto low-cost e sparire oltreconfine. Pochi giorni fa l’Ocse ha sentenziato come gli stipendi italiani siano calati del 7,5% in un anno. Maglia nera in Europa. Ti aspetti allora un provvedimento choc per defibrillare il cittadino agonizzante, e invece nulla. Come quando ordini su Wish il salario minimo ma ti arriva a casa un pacco contenente un prepagata del valore di un caffè al giorno. Che rabbia quell’insostenibile leggerezza dell’essere al governo per fare solo danni.
Mali estremi di estrema destra
Le vicende che colpiscono la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa, e la ministra del Turismo, Daniela Santanché, due personaggi simbolo di questa falange politica, ci danno un ritratto inequivocabile della classe dirigente attuale. Non entriamo nel merito di quello che è accaduto su cui lasciamo che la magistratura faccia il suo corso, ma entriamo nel metodo delle reazioni. Arrogante, violento, vittimista. Nonostante si indaghi su corruzione e stupro, situazioni da maneggiare con cura, nonostante a essere coinvolti siano la seconda carica dello Stato e una ministra della Repubblica, l’approccio è stato tutt’altro che istituzionale. Chi ha chiesto risposte ha ricevuto solo tracotante indignazione. La Santanché dribbla le accuse della trasmissione Report, La Russa si macchia di vittimizzazione secondaria contro la ragazza che ha accusato di violenza il figlio del presidente del Senato. Avanti così. Silenzio e olio di ricino. E Giorgia Meloni che dice?
Morti di caldo
L’infotainment, l’informazione che trasforma tutto in leggero intrattenimento, tra fumetto e sensazionalismo, il termometro senza controllo di questo scorcio di luglio torna a chiamarlo Caronte per strapparci un sorriso. In realtà c’è poco da ridere di fronte al cambiamento climatico che viene dal surriscaldamento dell’atmosfera. Si contano le vittime nel silenzio complice della politica globale e dei media. 61.672 sono i morti attribuibili al caldo tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022 in Europa: questa la stima di uno studio riferito a 35 Paesi europei e pubblicato su Nature Medicine. A condurlo l'Istituto di Barcellona per la salute globale in collaborazione con l'Istituto nazionale della salute francese. L'Italia è risultato il primo Paese per numero di decessi legati al caldo nel periodo (18.010). A seguire Spagna (11.324) e Germania (8.173). La Regione Mediterranea ha avuto i più alti tassi di mortalità legati al caldo, di nuovo prima l’Italia (295 decessi per milione), seguita da Grecia (280), Spagna (237) e Portogallo (211). Morti di caldo, uccisi da chi ha deciso di non decidere.
Libertà, uguaglianza, fraternità
234 anni fa la presa della Bastiglia a Parigi segnava la fine di un’era e l’inizio di un periodo unico nel panorama della storia. La Rivoluzione francese cambiò per sempre il destino dell’Europa. Oggi, 234 anni dopo, ci chiediamo che fine possa fare questa parte di mondo. Con il lavoro che non si trova o è precario e sottopagato, il welfare che si sgretola ogni giorno, gli ideali che evaporano, i figli che non nascono e le persone che sono sempre più distanti. Eppure proprio oggi sembrerebbe essere arrivato il tempo del coraggio e della determinazione e di un altro potente Allons enfants de la Patrie…e invece si sente solo un forte rumore di niente.