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Maltempo, vento forte, piogge e grandinate al Nord, incendi al Sud. L’Italia è alle prese con emergenze e danni, vittime e sfollati lungo tutta la Penisola, con il personale dei vigili del fuoco impegnato al cento per cento per rimuovere alberi, rami e detriti e domare fiamme, circoscrivere roghi, salvare vite.
“Bisogna dare risposte alla cittadinanza e bisogna darle puntuali, veloci e massicce – dice Mauro Giulianella, coordinatore nazionale dei vigili del fuoco per la Funzione pubblica Cgil -. Le richieste e le esigenze sono tante, e le emergenze che stiamo vivendo in questi ultimi giorni si aggiungono agli interventi di routine. Dobbiamo dare la giusta attenzione a ogni richiesta di soccorso”.
Questo che cosa vuol dire?
Che servono più vigili del fuoco in tutta Italia. Oggi siamo 37 mila, noi chiediamo di arrivare a 40 mila unità operative. Mancano quindi 3 mila uomini e donne, a cui si aggiungono le carenze nel settore amministrativo: da 2.500 dovremmo passare a 5 mila persone, per fare in modo che i due ambiti possano lavorare all’unisono, perché la macchina funzioni bene.
Pensare che i vigili del fuoco siano sotto organico non rassicura certo i cittadini, soprattutto in momenti come quello che stiamo vivendo. Ci sono concorsi in vista?
È in previsione un concorso per il prossimo anno. Intanto, il mese scorso è stata autorizzata l’assunzione di 1.500 persone, ma per fare un corso, attraverso il quale si diventa vigili del fuoco, ci vuole tempo. È necessario che il governo intervenga e prosegua con il programma di assunzioni. E che si riveda anche la pianificazione degli impegni del corpo. In questo momento si stanno effettuando corsi interni per la riqualificazione del personale, con l’obiettivo di realizzare dei passaggi di qualifica. L’attuale emergenza deve far riflettere sulla tempistica di queste scelte.
Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, in molte regioni intere aree sono assediate dal fuoco. Qual è la situazione?
In molti territori è complicata, in Calabria è a rischio soprattutto l’area del parco nazionale dell’Aspromonte, Pantelleria brucia e dato che è un’isola di difficile approdo, ci sono difficoltà nel garantire soccorso. Poi ci sono le zone del palermitano, del messinese, del catanese, il foggiano.
Tra l’altro incendi boschivi così vasti, con temperature così elevate, mettono in difficoltà il personale che interviene. Dobbiamo lavorare con la colonnina che segna oltre 45°, correre da una parte all’altra, rispondere alle richieste di intervento. Voglio ringraziare tutti i colleghi che stanno dando e facendo il massimo, chiedere alla cittadinanza di supportarci e fare presente che come è avvenuto in Emilia Romagna durante l’alluvione, anche in queste situazioni è necessario che funzioni il sistema di protezione civile, che ci sia la disponibilità a integrare personale e attività.
Oltre a dover risolvere il problema delle carenze di organico, i vigili del fuoco hanno altre priorità?
Quella delle attrezzature. Noi veniamo a contatto quotidianamente con fumi e sostanze tossiche e non abbiamo la possibilità né di cambiare gli indumenti da lavoro né di decontaminarci prima di arrivare in sede o andare a casa. Questo significa che dopo un intervento, dopo essere stati tutto il giorno immersi in particelle tossiche, con gli stessi indumenti rientriamo nell’abitacolo del mezzo, torniamo nei luoghi di lavoro, e molti di noi anche a casa, trasportando quelle particelle. Ecco, per noi questa è una priorità, perché riguarda la salute e la sicurezza del lavoratore.
Inoltre, pur essendo altamente esposta agli infortuni, la categoria non ha l'assicurazione Inail, ma un’assicurazione privata stipulata da un ente esterno, né esiste un elenco statistico delle malattie professionali riconosciute. Sembra un’assurdità ma è così. Noi chiediamo l’assicurazione Inail, un elenco delle malattie professionali dei vigili, e assistenza continuativa in caso di infortuni.