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Se la multinazionale svedese Atlas Copco non troverà un accordo soddisfacente per i lavoratori coinvolti nella vertenza Fiac, le tute blu della Lamborghini pretenderanno che siano rivisti i contratti di fornitura con Atlas Copco. Firmato, i delegati Fiom e Fim della prestigiosa casa automobilistica.
Alla vigilia della grande giornata di protesta degli addetti della Fiac – domani in programma lo sciopero e una manifestazione sotto i palazzi della Regione Emilia-Romagna – a rischiarare i cieli neri sopra ai dipendenti della fabbrica di Pontecchio Marconi, in mobilitazione da settimane, ci hanno pensato i colleghi della Lamborghini, con un gran bel gesto di concreta solidarietà operaia al quale è molto probabile che ne seguiranno molti altri. È questa la storia che restituisce fiato e speranza a un presente fatto di crisi sanitaria, economica e sociale. Una storia dove l’élite della classe operaia, che lavora sulle sfavillanti e avveniristiche linee di produzione dei capolavori dell’automotive, ha messo la propria voce e la propria forza contrattuale a difesa dei compagni della Fiac. La notizia arriva a pochi giorni dalle parole che il regista Ken Loach ha dedicato alla stessa vertenza ed è un’altra dimostrazione del fatto che nessuno si salva da solo.
Questa la lettera firmata dalla Rsu Automobili Lamborghini e spedita ai propri vertici:
“La RSU di Automobili Lamborghini segnala con disappunto la perdurante situazione di grave rischio a cui sono esposti i lavoratori e le lavoratrici dello stabilimento FIAC di Pontecchio Marconi a causa dell’inaccettabile comportamento tenuto da Atlas Copco.
L’azienda intende, infatti, abbandonare tale stabilimento, con serie conseguenze sulla vita di oltre 200 famiglie e con un forte impatto sull’indotto del territorio montano. Il progetto di trasferimento di Atlas Copco e le modalità con cui questa ha reagito alla vertenza aperta dai lavoratori e dalle lavoratrici, con diretto coinvolgimento delle parti sociali e persino della Regione Emilia-Romagna, non possono lasciarci inerti.
Il trasferimento, infatti, avrebbe un impatto molto forte sull’occupazione, costringendo tanti lavoratori e lavoratrici a lasciare il proprio lavoro e rivelandosi, di fatto, un aggiramento del blocco dei licenziamenti in atto. Inoltre, l’Azienda ha annunciato questa scellerata scelta nel pieno dell’emergenza sanitaria, ostacolando in tal modo ogni possibilità di confronto con i lavoratori e mettendoli nella posizione di dover manifestare le loro ragioni in una situazione di grave e riconosciuto pericolo.
Come delegati siamo andati più volte al presidio dei lavoratori FIAC ad esprimere la nostra solidarietà e vicinanza. Riteniamo pertanto che il comportamento di Atlas Copco risulti, in tutta evidenza, incompatibile con i principi etici e deontologici sanciti all’interno del gruppo e all’interno del codice etico aziendale. Chiediamo, pertanto che Automobili Lamborghini valuti nei prossimi mesi la possibile esclusione di tale azienda da eventuali future gare di fornitura”.