È partita dal ricordo di una figura fondamentale della storia dell’Umbria, quella di Pietro Conti – operaio spoletino, sindacalista, già segretario della Cgil di Perugia e poi primo presidente della Regione dal 1970 al 1976 – la riflessione che oggi, 18 ottobre, la Cgil di Perugia ha voluto proporre proprio nella sala della Camere del lavoro intitolata allo storico dirigente. Alla presenza di numerosi candidati alle prossime elezioni regionali, la Cgil ha voluto dare voce alle esigenze dei territori, ricordando le tante criticità esistenti, ma anche le grandi potenzialità.
“Noi abbiamo bisogno di rimettere al centro della discussione, anche in questa campagna elettorale, i bisogni e le aspettative delle persone normali, quelle che noi rappresentiamo, lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese – ha detto nel suo intervento Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia –. Questo vuol dire parlare, prima di tutto, di lotta alle disuguaglianze, difesa del reddito e dei diritti delle persone, ma anche di welfare, mobilità, scuola, università, sanità: in una parola, della qualità del territorio”.
Per la Cgil serve dunque un cambio di passo, serve “discontinuità”, ma senza tradire quei valori costituzionali fondanti, che restano per il primo sindacato italiano (80 mila iscritti nella provincia di Perugia) irrinunciabili e che sono parte del dna di questa regione: solidarietà, uguaglianza, welfare pubblico e universale. “E serve certamente anche – ha concluso Ciavaglia – una regione ben inserita in un contesto nazionale ed europeo, perché è sempre più chiaro che, per le nostre dimensioni e tanto più per le difficoltà che stiamo vivendo, nessuno si salva da solo e nessuno viene ‘prima’ degli altri. Solo in un contesto di cooperazione e collaborazione si possono individuare le soluzioni per un futuro migliore”.