"Eataly in collina" chiuderà. Rischiano di finire male i posti di lavoro degli impiegati nella caffetteria, torrefazione e ristorante nella centralissima via Vittorio Emanuele di Chieri, in provincia di Torino. La storica azienda della famiglia Vergnano, che nasce proprio a Chieri nel 1882 e che oggi vanta un volume di affari tra gli 80 ed i 100 milioni di euro, con caffetterie presenti in tutto il mondo e prodotti commercializzati su grande scala, attenta alla green economy ed alla sostenibilità ambientale, ha deciso di abbassare le saracinesche del punto vendita, comunicando ai propri dipendenti i licenziamenti futuri in assenza di soggetti interessati all'affitto del ramo d'azienda.
I lavoratori, in Fis (fondo di integrazione salariale) a zero ore dall'inizio del lockdown, a causa delle chiusure dei pubblici esercizi stabilite per legge, dovranno continuare a stare a casa, dunque, fino a che la legge non consentirà all'azienda di poter licenziare a meno che non si presentino soggetti interessati a rilevarli. Oltre al danno la beffa, poiché la Vergnano nega l'anticipazione in busta paga delle competenze dovute dall'Inps. E così ad oggi 17 famiglie si trovano senza reddito da maggio e con la consapevolezza di perdere il lavoro.
La segretaria di settore della Filcams Cgil di Torino, Germana Canali, sostenuta anche dalla segreteria della Flai Cgil, il sindacato che segue i lavoratori dello stabilimento di Santena, dichiara: "la prima richiesta fatta all'azienda, che vanta un fatturato di tutto rispetto, è stata quella di anticipare il Fis in busta paga per garantire un sostegno al reddito di queste famiglie, ricevendo il no secco della Vergnano. E' chiaro che tale posizione intransigente inasprisce il confronto tra le parti e valuteremo quali iniziative mettere in campo per dare voce e sostegno alle nostre richieste. Chiediamo l'impegno della società al mantenimento dell'occupazione e della sostenibilità economica; un ripensamento da parte dell'azienda rispetto alla mancata riapertura dell'esercizio, che ha un valore simbolico per l'intera città di Chieri, fintanto che non si trovino i soggetti interessati all'acquisizione”.
Per i sindacati non devono esserci licenziamenti, ma la ricollocazione di tutti i lavoratori presso lo stabilimento di Santena anche sfruttando il turn over con eventuali colleghi pensionandi. Deve prevalere il buonsenso oltre che la giusta responsabilità sociale che un’azienda storica italiana dovrebbe avere nei confronti dei propri dipendenti, della comunità e del territorio in cui opera e produce. “Se sarà necessario – sottolinea Canali - ci rivolgeremo alle istituzioni locali e regionali al fine di tutelare l'occupazione".