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Il Veneto continua a essere uno dei territori più colpiti dagli incidenti sul lavoro. Quello di questa mattina a Porto Marghera, due feriti ustionati di cui uno grave, è solo l’ultimo di un lungo elenco. Mercoledì scorso la Fiom padovana ha ricordato il secondo anniversario di quel terribile 13 maggio 2018, giorno in cui alle Acciaierie Venete la siviera piena di metallo incandescente rovinò al suolo investendo le persone presenti nella struttura. Due vittime tra i quattro operai coinvolti. Sergiu Todita si spense in poche settimane e Marian Bratu dopo sette mesi di sofferenze. I due feriti furono Simone Vivian e David Di Natale, che si salvarono con prognosi di 40 e 300 giorni. “Una triste ricorrenza come questa – hanno scritto nella nota i metalmeccanici della Cgil del territorio – che tanto ha toccato gli animi di lavoratrici e lavoratori della nostra regione e non solo, non può essere dimenticata, neppure per cause di forza maggiore come quelle che stiamo vivendo da 3 mesi a questa parte. Anzi, per loro due e per le loro famiglie, così provate dalla perdita, e per tutti i feriti e i morti sul lavoro noi dobbiamo continuare a lottare, anche in questo momento, soprattutto in questo momento”.
Proprio in quella occasione il sindacato ha ribadito che “nessuna deroga alla sicurezza, nessuno sconto dev’essere fatto sulla salute delle lavoratrici e dei lavoratori. Oggi più che mai non è possibile chiudere uno o entrambi gli occhi davanti alle difformità riguardanti le tutele e i dispositivi di sicurezza, non è accettabile dover mettere il profitto davanti alla salvaguardia dell’essere umano. Come Fiom di Padova continueremo a batterci su questi temi e continueremo a stare vicini alle famiglie Bratu e Todita in vista del 17 novembre 2020, data in cui si terrà la prima udienza del processo dedicato all’incidente del 13 maggio 2018, che vede imputati per omicidio colposo e lesioni i padovani Alessandro Banzato e Giorgio Zuccaro, presidente e direttore dello stabilimento di Acciaierie Venete, i friulani Dario Fabbro, presidente della Danieli Centro Cranes spa, Giampietro Benedetti e Giacomo Mareschi Danieli quali rispettivamente presidente e amministratore delegato di Danieli & C. officine meccaniche”.
“Dopo due anni non si è ancora svolta alcuna udienza riguardante le Acciaierie Venete e come Fiom Cgil di Padova non ci siamo ancora potuti costituire parte civile al processo. Due anni sono troppo tempo sia per queste famiglie che stanno aspettando giustizia per i loro cari che per il rispetto dovuto alle vite di ogni singolo lavoratore. Devono essere trovate assolutamente le responsabilità e i colpevoli devono pagare il prezzo delle loro mancanze”, ha detto il segretario generale della Fiom Cgil di Padova Loris Scarpa. “L’esperienza del Coronavirus ci fa capire che le aziende senza i lavoratori non possono funzionare, così come non possono funzionare senza che ai lavoratori venga assicurata la loro totale sicurezza. Questa esperienza serva di lezione per tutti e si prevedano pene più severe per i trasgressori. Soprattutto venga predisposto un incremento dei controlli che riguardino maggiormente la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori piuttosto che occuparsi della sola formazione alle aziende sulle modalità di gestione e l'appropriatezza dei comportamenti conseguenti. Ricordiamo che lo Spisal ha fra i suoi compiti anche quello di punire le imprese quando queste non rispettano gli adempimenti per la tutela dei lavoratori e non quello di essere le guide per le aziende non conformi. Gli ispettori Spisal e le aziende devono rispettare il ruolo delle RLS e della rappresentanza sindacale dei lavoratori e soprattutto devono fare in modo che la sicurezza dei lavoratori deve essere la priorità su tutto e non può esserci senza un ruolo attivo e protagonista degli stessi lavoratori e delle loro rappresentanze.”