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La solitudine affettiva dai propri cari fa ammalare, non meno dei virus. I sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Veneto lanciano l'ennesimo accorato appello a non dimenticarlo: a circa quattro mesi dall'inizio della campagna vaccinale le case di riposo sono pressoché Covid-free, eppure non è ancora possibile ovunque far visita ai propri familiari. In Veneto molte strutture lo concedono, seguendo regole ferree: stanze dedicate, incontri solo su appuntamento, a distanza e a tempo. Ma non tutte. Proprio per superare questo muro di solitudine, che porta enorme sofferenza agli anziani ospiti, i sindacati rinnovano l'invito alla Regione, affinché garantisca rapidamente la vaccinazione ad almeno un familiare, favorendo così un ritorno al calore delle visite pre-Covid. Le sigle di categoria sottolineano, anche la necessità della vaccinazione a domicilio per i tanti anziani non autosufficienti o con problemi di mobilità, e per i loro caregiver, come le badanti.
"Se in generale i dati sui contagi sono in miglioramento - affermano Elena Di Gregorio (Spi), Vanna Giantin (Fnp) e Debora Rocco (Uilp) -, non possiamo dire altrettanto per quanto riguarda la situazione degli ospiti delle case di riposo, in isolamento ormai da mesi nonostante il progredire della campagna vaccinale. In Veneto più di qualche struttura ha aperto le porte ai parenti, ma stiamo parlando ancora di visite soggette a vincoli e restrizioni, che di fatto attenuano solo in minima parte il senso di solitudine e di abbandono che vivono i nostri anziani da oltre un anno. Sentimenti di forte impatto psicologico".
Per i sindacati dei pensionati, alla conclusione della campagna vaccinale nelle case di riposo, l’apertura alle visite dei familiari è diventata una priorità: "Possibile che non ci sia un modo per favorirle? - incalzano le tre organizzazioni -. Vaccinando i familiari degli anziani, si possono permettere incontri ravvicinati, senza la necessità di vetri separatori e di un distanziamento che può diventare alienante. Per noi è importante anche permettere a parenti e familiari di conoscere le condizioni dei propri cari all’interno delle residenze. Ci auguriamo che pure le case di riposo sostengano questa necessità".