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Gli ambienti di lavoro sono tutt’altro che esenti da forme, più o meno gravi, di violenza di genere e nel Veneto si stima che 9 lavoratici su 100 siano vittime di molestie fisiche o ricatti sessuali nelle fabbriche e negli uffici. È un dato scioccante quello che la Fisac Cgil (sindacato banche e assicurazioni) del Veneto rende noto e che sarà oggetti di discussione con esperti ed analisti del fenomeno in un incontro “molestie sul lavoro… e li chiamano complimenti” in programma per il 10 aprile a Treviso (hotel Maggior Consiglio) con inizio alle ore 14,30.
"Nel 25% dei casi - spiega ancora la Fisac - le avances sono ripetute, trasformando il lavoro in un vero e proprio inferno per persone (quasi tutte donne) continuamente sottoposte (45% dei casi) alla minaccia di perdere il lavoro o restare professionalmente segregate. Raramente chi subisce un ricatto sessuale sul lavoro ne parla con qualcuno e gli esiti sono nefasti per le vittime: il 57,2% cambia lavoro; il 2,5% è licenziata, il 3,8% trasferita, il 2,7% si mette in malattia, mentre solo nell’1,2% dei casi “è andato via lui”.
Ma non è tutto. Accanto alle situazioni più gravi vi è infatti un “clima”- più diffuso di quanto si possa credere - avvelenato da comportamenti molesti (spesso a livello verbale, ma non solo) che sviliscono le donne in quanto persone e lavoratrici.
L’iniziativa, organizzata da Donne Fisac Cgil nazionale con la collaborazione della Fisac del Veneto, si aprirà con una presentazione a cura dell’Esecutivo Donne Nazionale Fisac cui seguirà una tavola rotonda con Marta Capuzzo (consulta giuridica Cgil), Mercedes Landolfi (Fillea Cgil nazionale), Cinzia Ongaro (Fisac Cgil nazionale), Paola Polo (psicologa del lavoro), Linda Laura Sabbadini (Istat). Conclusioni di Giuliano Calcagni, segretario generale Fisac Cgil.
Al proprio attivo il sindacato dei bancari vanta una “dichiarazione congiunta in merito alla violenza e alle molestie di genere” siglata il 12 febbraio con ABI (l’Associazione Bancaria) che sarà assunto come parte integrante nel prossimo contratto nazionale di lavoro. Si tratta di un primo importante strumento, utile a costruire una consapevolezza del fenomeno, a partire dalla definizione di cosa è molestia e prevedendo percorsi (formativi e informativi) di prevenzione oltre ad azioni di sostegno alle vittime.