Le microcomunità sono il fronte di fuoco della lotta al coronavirus. Ne sono convinti Cgil, Cisl e Uill della Valle d’Aosta, dove il numero di contagi nelle strutture per anziani “è molto alto, così come quello dei decessi”. Se i numeri sono quelli che conosciamo e in continua crescita, il sindacato ha il timore “che non si arrestino, almeno nell’immediato, con il rischio di una vera e propria tragedia”.
“La politica regionale, che ha la responsabilità di questa emergenza – continua la Cgil -, non sembra proprio brillare né per trasparenza dei dati, né per capacità di gestione. Anzi si lascia andare a dichiarazioni infelici come quella del presidente Testolin nei confronti degli operatori socio-sanitari delle microcomunità. Un atto deplorevole proprio contro chi, in questo momento di elevata emergenza, non viene tutelato con dpi adeguati e tamponi”.
I sindacati chiedono quindi “con forza” che “la politica metta in atto strategie pragmatiche e incisive. Siamo una regione a statuto speciale, eppure in altre regioni a statuto ordinario vediamo prese di posizione concrete per contrastare questa pandemia”. In Valle d’Aosta sulla questione “coronavirus nelle microcomunità” c’è infatti “lassismo”. “Continueremo – concludono le organizzazioni sindacali - a denunciare con forza il pressappochismo della Regione nei confronti degli anziani delle case di riposo e degli operatori che in esse lavorano. È inconcepibile andare a lavorare con la paura di contrarre il virus o peggio ancora di diffonderlo. Politici, sveglia. Non c’è più tempo da perdere. Il contagio nelle strutture per anziani è come una bomba”.