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La preoccupazione sale, anche in Valle d'Aosta, dove il peggio sembrava alle spalle. In queste settimane la politica regionale non ha saputo amministrare il vantaggio guadagnato sul virus e i contagi tornano a crescere. A lanciare l'allarme è la segretaria generale della Cgil del territorio, Vilma Gaillard.
"Da zona bianca a zona rossa è un attimo. L’aumento esponenziale di contagi da coronavirus - ha detto la leader sindacale - è preoccupante sotto tutti i punti di vista. La notizia dell’ultimo boom è di ieri (mercoledì 24 marzo) con 70 nuovi positivi nel giro di 24 ore. Siamo ormai oltre i 620 contagiati. Ci chiediamo come la Valle d’Aosta possa essere nuovamente ripiombata fino a questo punto, essendo una regione a statuto speciale. Siamo 125 mila abitanti, e la campagna vaccinale ci sembra che vada a rilento. Ci chiediamo il motivo, visto che i nostri numeri ci permetterebbero di essere fiore all’occhiello in campo di vaccinazione. La situazione è demoralizzante".
"Stiamo facendo tutti sacrifici: lavoratrici, lavoratori, personale sanitario, Oss, i nostri studenti, i nostri anziani, ma continuiamo a vedere una politica regionale intenta ad autocelebrarsi - è la denuncia di Vilma Gaillard -. Apprezziamo l’appello dell’assessore alla sanità che ha invitato i cittadini a non rinunciare alle vaccinazioni, e ci uniamo anche noi come organizzazione sindacale, ma ci auguriamo veramente di vedere nei fatti un concreto piano vaccinale e soprattutto che gli aiuti a sostegno dei settori industriali, turistici e commerciali diventino finalmente fatti e non solo parole. Da parte nostra diamo la disponibilità a collaborare, perché è chiaro che i tempi che ci aspettano non saranno dei più facili. Ma vogliamo vedere una politica regionale che nei fatti e con coscienza aiuti lavoratrici e lavoratori a uscire da questa situazione emergenziale che sta diventando sempre di più insostenibile . Preoccupa l’avvicinarsi della scadenza del blocco dei licenziamenti. È necessario tutelare salute e lavoro, lo diciamo da quando è iniziata la pandemia, continuiamo a ribadirlo, ma non ci bastano più le rassicurazioni. Non è più il tempo".