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Ricordate la Romanina, quel quartiere di Roma agli onori della cronaca per un'aggressione ai danni del titolare del Roxy Bar, che si era ribellato a un sopruso della famiglia criminale che dominava il territorio? Ebbene, proprio in quel quartiere si è tenuto uno dei campi di E!StateLiberi.
I Casamonica, poi condannati per quell’aggressione e per atti intimidatori di stampo mafioso, dominavano davvero quel territorio e non solo. Ma da quell’episodio – era l’aprile del 2018 - è cominciato il riscatto di una comunità che ha deciso di non abbassare la testa. L’Istituto comprensivo Raffaello, racconta Diego Ciarafoni, trentenne nato e vissuto in quel quartiere, è diventato il cuore di tutte le attività di costruzione di una cultura che fa della legalità il suo baricentro. E attorno a Libera, Diego Ciarafoni ne è il referente, si sono coagulati il comitato dei genitori e poi quello di quartiere, alcuni commercianti della zona. Le attività durano 365 giorni l’anno.
I 24 ragazzi e ragazze che dal 20 al 26 giugno si sono ritrovati alla Romanina provenienti da tutta Italia, hanno dormito proprio nell’Istituto comprensivo Raffaello, hanno visitato tre beni confiscati proprio alla famiglia Casamonica. Una villa ora gestita dall'Asilo Savoia e divenuta una casa di semi-autonomia per ragazzi che arrivano da case famiglia. Un secondo immobile è stato trasformato in un parco con campo da basket e pallavolo ed è stata costruita una biblioteca grazie al comitato di quartiere campo Romano-casalotto. Un terzo edificio è oggi uno spazio dell'Angsa Lazio, per persone nello spettro dell'autismo.
Le attività formative per campisti e campiste sono state diverse e spesso animate dai volontari dello Spi. Alba Paolini, responsabile della Lega Spi del VII Municipio della capitale racconta: “Sul nostro territorio c’è una fabbrica, oggi Ericsson una volta Fatme, nella seconda metà del Novecento i lavoratori e le lavoratrici furono protagonisti di mobilitazioni e battaglie per migliorare le condizioni di lavoro. Oggi molti di loro sono nostri pensionati: sono stati proprio loro a raccontare ai ragazzi e alle ragazze quelle storie e quelle lotte. E poi, con loro, abbiamo organizzato una camminata della memoria andando insieme al Quadraro. Lì il 17 aprile del 1944 i tedeschi rastrellarono quello che era considerato un quartiere covo di partigiani e renitenti alla leva. Furono inviati nei campi di lavoro in Germania e in Polonia oltre 650 abitanti della zona. Ripercorrere quelle strade e quelle storie con chi oggi non ha nemmeno 18 anni è stata una grandissima emozione”.
La straordinarietà di questo capo la racconta ancora Diego Ciarafoni: “Il nostro impegno non si riduce ai sei giorni del campo. Anzi la vera scommessa è che quei 24 campisti e campiste sono arrivati da tutta Italia, insieme a loro i ragazzi e le ragazze del quartiere hanno partecipato alle attività, al cinema in piazza, alla pulitura del parco, alle visite guidate, alla cura e manutenzione proprio della scuola. Importante, ad esempio, è stato l’incontro con il rappresentante dell’ente gestore di un nuovo bene che sta per aprire a Morena: sarà la prima casa rifugio in Italia per persone in transizione di genere”.
Poi molto si è parlato di come la criminalità organizzata si è infiltrata nella capitale, di gioco di azzardo e usura che è - purtroppo – molto diffusa sul territorio. È stato presentato il volume di LiberEtà “Terra e Libertà”, raccontando soprattutto la storia di Tonino Ferraioli che era un lavoratore dello stabilimento campano della Fatme e dalla camorra fu ucciso. Ma non basta. Una delle questioni affrontate che ha suscitato grande attenzione è quella della violenza contro le donne: grazie ad alcune esperte si sono messe in evidenza le connessioni che esistono tra questa e la violenza mafiosa.