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Lavoro dove sei? Le politiche e le risorse per promuovere l’occupazione, sostenere i lavoratori, rinnovare i contratti sono le grandi assenti nella legge di bilancio 2024. “Su questo fronte la manovra del governo ha un profilo del tutto insufficiente - è il giudizio della Cgil -, a cominciare dallo stanziamento per il rinnovo dei contratti pubblici, che è lontanissimo dalle reali necessità”.
Basta guardare i numeri: l’inflazione cresce in termini cumulati intorno al 17 per cento, mentre gli incrementi previsti si attestano al di sotto del 6 per cento, quasi la metà dei quali erogati con atto unilaterale, con una perdita secca di 11 punti. Inoltre, non è prevista alcuna azione a sostegno del salario contrattuale, come invece era stato chiesto dalla confederazione.
Il provvedimento in discussione al Senato perpetua poi interventi sul versante fiscale che non hanno carattere universale e che riguardano una platea molto ridotta di lavoratori. Ci riferiamo ai cosiddetti fringe benefit, spesso erogati in assenza di contrattazione per atto unilaterale delle aziende, e alla riduzione al 5 per cento dell’aliquota sul salario di produttività.
Anche gli strumenti per il sostegno al lavoro sono molto discutibili: “Interventi minimi, tra loro non interconnessi, e di dubbia efficacia – afferma la Cgil -. È il caso delle prospettate azioni per il contrasto del lavoro sommerso nel settore domestico, dove ci si limita alla interoperabilità delle banche dati”.
Passiamo al settore turistico-alberghiero: ha problemi strutturali di irregolarità diffusa e di povertà lavorativa e necessiterebbe di interventi adeguati e di sviluppo, da accompagnare con politiche di sostegno. Invece si interviene riproponendo soltanto la norma sulla detassazione del lavoro notturno e festivo.
Stesso discorso vale per altri istituti, che la manovra avrebbe potuto mettere a sistema. Il fondo per il sostegno dei lavoratori con part time ciclico, per esempio, che dopo il finanziamento per il 2023 avrebbe bisogno di una misura strutturale. Così come le politiche per l’occupazione, anche relativamente al versante delle politiche attive, per le quali non c’è traccia di alcun sostegno.
Solo una nota positiva, l’intervento sull’Iscro, l’indennità di continuità reddituale per il lavoro autonomo: “Oltre al finanziamento decennale – conclude la Cgil – è stata prevista una modifica dei criteri di accesso alla misura, rendendoli meno restrittivi”.