PHOTO
“Bisogna organizzare un grande sciopero per la casa, come quello dell’autunno del 1969. Nessuno parla più di casa, sembra che non interessi più. Ma quella dell’abitare è una crisi infinita, con picchi drammatici come la pandemia e la guerra”.
A parlare è il segretario generale del Sunia, il sindacato degli inquilini e degli assegnatari di edilizia pubblica federato alla Cgil, che ha festeggiato mezzo secolo di storia e di lotte con un’iniziativa a Roma, una mostra itinerante e un libro: “Questa organizzazione è nata per garantire a tutti il diritto a un alloggio dignitoso. Dopo cinquanta anni siamo ancora qua a organizzare mobilitazioni per mettere al centro quella che è un’esigenza primaria dell’uomo”.
Anche se siamo lontani anni-luce dalle borgate popolate da baracche, prive dei più elementari servizi, dai quartieri periferici con strade in terra battuta e senza illuminazione della fine degli anni Cinquanta, le rivendicazioni di un sindacato che chiede un grande piano per la casa e per l’edilizia popolare soni straordinaria attualità.
“La precarietà abitativa, il sovraffollamento, gli sfratti, le esecuzioni immobiliari, i costi della manutenzione e delle utenze domestiche aggravati dai rincari, sono elementi dirompenti che rischiano di mettere a dura prova la tenuta sociale – dichiara Daniela Barbaresi, segretaria nazionale della Cgil -. Per questo è necessario tornare a pretendere una politica pubblica per la casa e un welfare abitativo che risponda ai bisogni reali delle persone”.
Diventa importante quindi portare avanti la contrattazione sociale sui territori attivata da Cgil e Sunia, e ridare forza alle proposte e alle piattaforme comuni, anche per cercare di colmare le disuguaglianze tra le diverse aree del Paese e tra i cittadini nei centri urbani.
“Il disagio abitativo si intreccia con la crisi, la perdita di potere d’acquisto, l’aggravamento delle condizioni di povertà, l’esclusione sociale – prosegue Barbaresi -. Spesso avere un impiego non basta per contrastare la povertà, se un terzo dei lavoratori italiani deve fare i conti con livelli retributivi di 10 mila euro lordi l’anno. Per questo contestiamo le scelte che il governo sta facendo con la legge di Bilancio in materia di povertà, a partire dall’abolizione del reddito di cittadinanza: i numeri della povertà sono destinati a crescere se non si mettono in campo misure e strumenti efficaci”.
Barbaresi ha ricordato la settimana di mobilitazione lanciata insieme alla Uil dal 12 al 16 dicembre, articolata a livello territoriale, per cambiare una manovra profondamente iniqua e sbagliata, a cui il Sunia aderisce e partecipa.
Sulla necessità di mettere a disposizione dei cittadino più case si è soffermato anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che ha partecipato all’anniversario del Sunia: “Vogliamo aumentare lo stock di edilizia residenziale pubblica - ha spiegato -. Abbiamo iniziato realizzando uno sportello per la casa, accelerato l'assegnazione degli alloggi, abbiamo messo mano al vergognoso contributo all'affitto, deciso uno stanziamento straordinario di 220 milioni per l'acquisto di nuovi immobili".