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Il Senato ha dato un primo via libera alle riforme costituzionali che contengono l’elezione diretta del presidente del Consiglio, ovvero il premierato, con 109 sì, 77 no e un astenuto. Questo il risultato della votazione. Una verticalizzazione del potere senza precedenti, inedita per una democrazia occidentale, afferma il sindacato.
“Un’organizzazione come la Cgil, un sindacato confederale che ambisce a far partecipare il mondo del lavoro alla vita democratica del Paese e a incidere sulle scelte politiche generali, non può che manifestare tutta la sua contrarietà al ddl sul premierato, approvato oggi in prima lettura dal Senato della Repubblica”. Inizia così la nota diffusa da Corso d’Italia.
“Se questo progetto diventasse legge – continua la Confederazione - saremmo di fronte a una formidabile verticalizzazione del potere, senza precedenti e senza paragoni in Occidente. La nostra democrazia cambierebbe completamente i suoi connotati, risultandone sfigurata, ridotta a un guscio vuoto”.
Le persone che la Cgil rappresenta, lavoratori e pensionati, “verrebbero trasformate in popolo indistinto, chiamato a votare una delega in bianco ogni cinque anni a favore di chi concentrerebbe nelle sue mani ogni decisione, senza dover rendere conto a nessuno per l’intero mandato. In questo scenario – inoltre -, non solo le organizzazioni sindacali, ma gli stessi partiti politici, i corpi intermedi e la società civile in generale conterebbero poco o nulla”.
Per queste ragioni, conclude il sindacato guidato da Maurizio Landini, “intendiamo utilizzare tutti gli strumenti democratici a disposizione per difendere la centralità del Parlamento, il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica e l’equilibrio dei poteri sancito dalla nostra Costituzione”.