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"Onoriamo qui, oggi, un uomo, un lavoratore, un delegato sindacale, un militante politico che, nel momento in cui forze eversive e oscure portavano il loro assalto sanguinario alla nostra convivenza civile, ebbe il coraggio di non guardare dall'altra parte. Di non cedere alla meschinità della paura e della fuga dal senso di responsabilità di fronte alla minaccia e alla violenza". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oggi (mercoledì 23 gennaio) a Genova per la commemorazione del quarantennale della morte di Guido Rossa, operaio Italsider e sindacalista della Cgil ucciso dalle Brigate Rosse il 24 gennaio 1979. La cerimonia si è svolta all'interno del padiglione 11 della fabbrica Arcelor Mittal (ex Ilva) di Cornigliano.
"Guido Rossa ha pagato, con la sua famiglia, il prezzo supremo di chi ha voluto tener fede ai valori della Repubblica, che in Genova e nelle sue fabbriche hanno trovato radice profonda nell'impegno nato nella Resistenza", ha aggiunto il capo dello Stato, rimarcando che Guido Rossa "non indugiò a domandarsi se toccasse proprio a lui, seppe battersi per tutti, anche per chi preferiva fingere di non vedere. Il progresso avanza sulle azioni degli uomini. Non si proponeva di diventare un eroe, ma voleva essere fedele a se stesso, a ciò che intendeva costruire per il domani della sua famiglia, del quartiere in cui abitava, della fabbrica in cui lavorava, dell'intera società". Il presidente della Repubblica, infine, ha affermato che "continueremo a custodire la memoria dei tanti che negli 'anni di piombo' sono divenuti bersagli inermi e innocenti del terrorismo brigatista, delle sue spietate filiazioni, dello stragismo della galassia dell'eversione neofascista".
Ad aprire la cerimonia è stato Armando Palombo, componente della Rsu della Fiom Cgil. "Questa è la fabbrica dell'operaio siderurgico, delegato sindacale, iscritto al Partito Comunista, del compagno Guido Rossa, caduto sotto il piombo del terrorismo", ha affermato, salutando "con profondo affetto" e come "motivo di orgoglio e di soddisfazione" la presenza del capo dello Stato Mattarella. Il coordinatore della Rsu Ilva ha voluto poi ricordare l'unità sindacale che ha caratterizzato la fabbrica nella sua storia, ripercorrendo i momenti cruciali, fino "all'accordo firmato 13 anni fa, dopo tante tensioni e anni di battaglia" con la chiusura degli impianti a caldo. Al termine dell'intervento Palombo ha ricordato Eros Cinti, operaio di 41 anni morto due giorni fa nello stabilimento Ansaldo Energia, mentre lavorava.
Nel corso della commemorazione è intervenuto anche il segretario generale della Cgil Genova Ivano Bosco. "La storia e Guido Rossa, che con il suo sacrificio è a pieno titolo nella nostra storia, ci insegnano che la difesa della democrazia incomincia con la difesa del valore e della dignità del lavoro". L'esponente sindacale ha evidenziato che "Guido Rossa era un operaio di questa fabbrica, che ha visto per anni i lavoratori lottare per la difesa non solo del proprio posto di lavoro, ma per assicurare a Genova e al Paese una vocazione industriale che oggi appare un termine non troppo praticato nel linguaggio politico". Guido Rossa "sapeva a cosa andava incontro, sapeva cosa rischiava, ma il suo dovere morale, l'etica della responsabilità che lo contraddistinguevano, ebbero la meglio su altre considerazioni. La scelta di un uomo normale, la sua lucidità e la chiarezza del suo gesto resero evidente a tutti, anche a coloro che assunsero in quei tempi un atteggiamento teso a distinguere tra i fini e i mezzi usati dai terroristi, da che parte bisognava stare, quale era il vero nemico da combattere".
Ivano Bosco ha dunque voluto ricordare l'esempio di Rossa, che aveva denunciato un brigatista e aveva testimoniato al processo. "Pagò con la vita questo suo gesto. La sua vita finì, ma fu anche l'inizio della fine delle Brigate Rosse. Il mondo del lavoro, guidato da Cgil, Cisl e Uil, diede una risposta immediata, si sollevò, alzò un muro invalicabile in tutti i posti di lavoro, isolò chiunque potesse essere sospettato anche di sole simpatie per i brigatisti", conclude il segretario della Cgil territoriale: "A Genova il giorno dei funerali di Guido arrivarono da ogni parte d'Italia 250 mila persone alla presenza del presidente Pertini. Da Genova, da quel giorno, iniziò una nuova pagina per il Paese. Genova venne, erroneamente, definita in quegli anni 'capitale del terrorismo'. Noi abbiamo sempre preteso di essere ricordati come 'capitale della lotta al terrorismo', nel rispetto di Guido e nel solco delle grandi mobilitazioni che questa città è stata in grado di mettere in campo a difesa della democrazia".