Domenica 30 ottobre 2016. Sono migliaia le persone la cui vita ha subito un brusco cambiamento dalle 7.40 di quella domenica mattina. Un sisma che è tornato a colpire una delle aree del nostro Paese più ricche di storia, bellezza, eccellenze, buoni prodotti ma con mancanze che si porta dietro da decenni. Oggi la ricostruzione subisce i ritardi della pandemia. Mentre intere comunità vivono stabilmente a valle nei Map, i moduli abitativi provvisori, di fronte a un altro inverno.
Il nostro viaggio parte dalla macerie per passarvi oltre. Incontreremo uomini e donne che non si arrendono di fronte al nulla che avanza. Sono nati sulla montagna e lì vogliono rimanere. Una scelta di resilienza a cui guardare con fiducia perché sull’Appennino si può vivere, viaggiare, mangiare, produrre ricchezza. Per farlo, nella lista delle necessità strade, scuole e ospedali occupano i primi punti.
Sullo sfondo una storia di solidarietà. Le risorse raccolte da lavoratori e imprese all’indomani del sisma. Un fondo grazie al quale sono stati finanziati oltre 130 progetti di sviluppo per sostenere iniziative pubbliche, associative e imprenditoriali per il rilancio dell’economia e il miglioramento dei servizi alle persone.