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Bene nel merito e nel metodo, dicono i sindacati dopo la firma a Palazzo Chigi del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, insieme al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e al ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta.
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, spiega che si tratta di “un accordo importante perché indica la centralità del lavoro pubblico e del ruolo della pubblica amministrazione come motore per lo sviluppo del nostro Paese, e la necessità di investimenti sul lavoro che avviino un processo di migliore efficienza anche nel sistema della pubblica amministrazione. Parliamo di persone che lavorano in comuni, ministeri, sanità, scuola, conoscenza. Il lavoro pubblico significa migliorare e garantire i servizi per i cittadini”.
Il patto, secondo quanto dichiarato da Landini, contiene una serie di impegni, come creare buona occupazione, inserire giovani, aumentare l'occupazione. Tutto ciò “significa anche investimenti in innovazione tecnologica e nuove competenze”. Nel documento viene indicato un diritto alla formazione permanente dentro l'orario di lavoro per tutte le persone, viene richiamata la necessità di regolare contrattualmente anche il lavoro a distanza e “si indica questa nuova fase di relazioni sindacali come strumento per andare anche al rinnovo dei contratti nazionali di lavoro. Inoltre la contrattazione, nazionale e decentrata a livello dei luoghi di lavoro, è riconosciuta da entrambe le parti come lo strumento oggi strategico per gestire e accompagnare questi processi di miglioramento”.
All’interno delle tematiche, spiega sempre il segretario generale della Cgil, andranno collocate anche alcune questioni particolari: ad esempio, “nel rinnovo dei contratti andranno affrontate le questioni salariali, la riforma degli inquadramenti, la regolamentazione del lavoro a distanza, che è uno degli elementi di novità intervenuti". Per Landini è importante che si indichi la contrattazione collettiva come lo strumento che gestisce questi temi.
E ancora: “Viene affrontato il problema della formazione, del bisogno dell’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e dell’incremento della buona occupazione, non precaria ma stabile”. Nell’intesa è indicato l’impegno a rafforzare il welfare contrattuale come elemento integrativo al servizio pubblico (in particolare le pensioni integrative), “come anche il fatto che valga lo stesso sistema per i lavoratori del settore privato in materia di salario distribuito con la contrattazione di secondo livello a tassazione inferiore".
Per il leader della Cgil questo insieme di provvedimenti costituisce un fatto nuovo: “Abbiamo ascoltato parole importanti da parte del presidente del Consiglio e del ministro sul fronte dei contenuti e del coinvolgimento delle parti sociali, che, per quanto ci riguarda, devono partecipare alle decisioni importanti che deve prendere il governo e ai processi di riforma del Paese”. I sindacati hanno dichiarato la loro disponibilità con l’auspicio che “questo metodo di lavoro accompagni anche altri provvedimenti importanti, come le riforme di ammortizzatori sociali e fisco, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e tutte le altre riforme necessarie, come quella sulla non-autosufficienza e le misure che prevedono investimenti per salute e sicurezza e il piano straordinario dei vaccini”.
Il sindacato insiste affinché tutto ciò avvenga in un contesto nel quale le parti sociali siano coinvolte prima di prendere le decisioni e che i provvedimenti stessi siano frutto di accordi. “Questo per noi è il modo migliore per rimettere al centro il lavoro e dare risposte ai bisogni delle persone, e per uscire dall’emergenza investendo sul lavoro e allargando gli spazi di democrazia. Quello di oggi – conclude Landini - è un primo passo, il grosso del lavoro è ancora da fare, ma credo buon modo per iniziare”.
Nuovo appuntamento per venerdì, 12 marzo, quando il governo vedrà tutte le organizzazioni sindacali di categoria per avviare il confronto sui temi annunciati.