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Di fronte ai grandi cambiamenti sociali ed economici che stiamo vivendo in epoca di Covid-19, le aree metropolitane sono chiamate ad una riflessione che abbia come obiettivo la modifica e la riorganizzazione degli spazi produttivi, abitativi e di aggregazione. Come tutte le aree a forte attrattività, anche l’area metropolitana di Firenze è alle prese con la crisi del proprio modello di sviluppo.
Negli ultimi vent’anni, i repentini e spesso non governati cambiamenti economici e sociali hanno profondamente trasformato il territorio fiorentino, sino a generare un’illusione di perpetua autosufficienza dell’area urbana basata sul binomio turismo di massa e produzione orientata all’esportazione di beni. Si tratta di una dinamica tipica di quasi tutti i grandi centri urbani italiani, basata su moderazione salariale, precarietà lavorativa ed abitativa diffusa e processi di accumulazione di rendite immobiliari nelle zone di maggior pregio che hanno incrementato la tendenza alla frattura tra centro e periferia e tra città e territorio circostante. Il tutto è stato accompagnato da un’incessante quanto puerile marketing territoriale basato sulla banalizzazione del concetto di bellezza. La bellezza da consumare del centro urbano e la bellezza delle manifatture di pregio da esportare sui mercati globali ha parzialmente sostituito quella che era la cifra distintiva dell’azione di governo del territorio fiorentino, basata sul diritto a vivere nella bellezza di una città inclusiva e con una rete di welfare estesa e funzionante.
Le ricadute economiche e sociali del crollo di questo modello di sviluppo sono impressionanti. Il Pil della Città metropolitana di Firenze potrebbe scendere del 12%, mezzo punto in più della previsione complessiva di consensus per l’Italia, con conseguente aumento del tasso di disoccupazione sino all’8%, dovuto in particolare proprio al crollo dell’industria turistica, ove la componente di lavoro precario, quasi tutto giovanile e femminile, è preponderante. Anche le esportazioni sono previste in calo netto, con un dato che secondo Prometeia sarà pari a quasi meno 16% per la Città metropolitana di Firenze. Le stesse previsioni per il 2021 ci dicono che una ripresa ci sarà, ma sarà parziale e a macchia di leopardo, con alcuni settori (turismo, ristorazione e industria della moda) che risentiranno ancora degli effetti della crisi e delle misure per arginare la diffusione del virus.
Tuttavia, nonostante il quadro a tinte fosche, siamo fortemente convinti che la crisi rappresenti altresì un’opportunità per lavorare al fine di costruire un nuovo modello di sviluppo, sfruttando anche il nuovo quadro politico europeo, ove all’abbandono delle perniciose politiche di austerità si è accompagnata la storica decisione di costruire, attraverso il Recovery fund, un percorso per rilanciare gli investimenti pubblici stimolando anche quelli privati. Le nostre priorità come Cgil, anche a livello locale, sono piuttosto chiare: rilancio della sanità territoriale e della medicina preventiva, housing sociale, un turismo diverso e più collegato alla fruibilità culturale, sviluppo delle infrastrutture materiali ed immateriali. Il tutto, a partire da un rilancio del ruolo della Città metropolitana, la quale dovrebbe assumere nuovi poteri istituzionali nel quadro di un organico modello di riforma del titolo V della Costituzione, divenendo finalmente un organismo capace di ricucire centro e periferie e di proporsi come interlocutore fondamentale nella fase di progettazione e messa a terra degli interventi che potranno essere finanziati con i fondi europei.
Di tutto questo proveremo a parlarne martedì 29 settembre in una iniziativa che si terrà presso la Camera del lavoro di Firenze e in diretta Facebook sulla nostra pagina. Sarà un’occasione importante per comprendere come costruire la Città metropolitana che vogliamo, come ed in che ambiti i fondi europei potranno essere un veicolo importante per accompagnare il rilancio del nostro territorio e quale ruolo potrebbe invece svolgere il settore finanziario privato per garantire un contemporaneo rilancio degli investimenti privati.
Paola Galgani, segretaria generale della Camera del lavoro metropolitana di Firenze