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Nata in una famiglia partigiana (il fratello di sua madre era il comandante Amino Pizzorno, la nonna era nota alle autorità fasciste come dissidente), laureata in Pedagogia all’Università degli Studi di Genova, Carla Nespolo sarà professoressa di storia alle scuole superiori, parlamentare per il Partito comunista italiano e quindi senatrice, ancora per il Pci e successivamente per il Partito Democratico della Sinistra, prima donna a guidare l’Associazione nazionale dei partigiani, la prima Presidente dell’Anpi che non ha vissuto in prima persona la Resistenza.
“Con immenso dolore, comunichiamo la scomparsa della nostra amatissima presidente nazionale - scriveranno i suoi partigiani - Lascia un vuoto profondissimo in tutta l’Anpi che Carla ha guidato con grande sapienza, passione, intelligenza politica e culturale nel solco pieno della grande tradizione di autorevolezza ed eredità attiva dei valori e principi della Resistenza che ha contraddistinto la nostra Associazione fin dalla sua nascita. Non dimenticheremo mai il suo affetto nei confronti di tutti noi, la sua presenza continua anche negli ultimi mesi, durissimi, della malattia. Ciao comandante”.
“Donna di forti principi e di valori autentici - affermava la senatrice a vita Liliana Segre commentando la triste notizia - ha dedicato la sua esistenza alla causa della giustizia, della democrazia, dei diritti delle donne. Ha guidato l’Anpi, prima donna ad essere eletta alla presidente, con intelligenza e sensibilità nelle battaglie per la difesa della Costituzione e per la promozione del valore dell’antifascismo”.
“Carla Nespolo, Presidente dell’Anpi, ci ha lasciati - sarà il commento di Libera - e avvertiamo già un vuoto immenso. Vogliamo ricordarla con affetto e gratitudine per la sua presenza forte e di riferimento nei percorsi condivisi in cui ci siamo incontrati, confrontati, arricchiti. Carla Nespolo è stata la prima Presidente dell’Anpi che non ha vissuto in prima persona la Resistenza ma ne ha trasmesso con passione e grande intelligenza il valore e l’importanza storica e culturale per il nostro Paese. In particolare, il suo dialogo continuo con i giovani è stata una delle caratteristiche del suo mandato: la percezione che al centro del suo fare ci fosse proprio la cura verso le generazioni lontane dal periodo storico in cui si è sostanziata la Resistenza, è molto forte, così come la sua convinzione e coerente ed efficace narrazione della cultura e dei valori dell'antifascismo declinati ai giorni nostri, con il contenuto antirazzista e di affermazione di giustizia sociale di cui l’epoca che viviamo ha un profondo bisogno.
Ciao Carla, ci mancherai tanto. Faremo tesoro delle tue parole e riflessioni per continuare il comune cammino, a partire dai valori imprescindibili della Costituzione italiana, affinché proprio la capacità di costruire una Memoria Civile di quanto accaduto sia la base solida per una resistenza nell'oggi, volano per un mondo più giusto”.
“Una perdita dolorosa per tutti noi. Per il Paese, per la democrazia, per l’antifascismo, per il sindacato - scriveva appresa la notizia il segretario generale della Cgil Maurizio Landini - Ha lottato e si è impegnata per tutta la vita nel solco dei valori della Resistenza, raccogliendo - lei, che pur non aveva partecipato direttamente alla lotta di liberazione - l’eredità di quelle donne e quegli uomini che ci hanno ridato la libertà e ci hanno donato la Costituzione”.
“Ci tenevo molto ad essere qui per portare un saluto di buon lavoro alla Cgil - ci diceva la comandante al nostro 18° Congresso nazionale nel gennaio del 2019 - Oggi viviamo un tempo difficile, lo è stato già detto da coloro che sono intervenuti prima di me. Questa è un’epoca dura, in Italia, in Europa e nel mondo intero, perché è in gioco uno dei cardini della democrazia: la difesa dei diritti umani e del diritto al lavoro, un lavoro rispettato, giustamente retribuito, gratificane e utile. Il pensiero - continuava - non può non correre immediatamente alla Costituzione italiana e al suo splendido primo articolo. In questi tempi sono in tanti a cercare di cancellare la memoria storica del nostro Paese, quindi tocca ancora a noi antifascisti ricordare che la Costituzione italiana è stata prodotta dalla resistenza e ricordarne il dettato antifascista. In quella lotta di popolo, i lavoratori sono stati protagonisti, dando un contributo fondamentale alla caduta del fascismo, con gli scioperi del ‘43 e del ’44. Oggi lo sanno in pochi e in pochi cercano di trasmettere la memoria alle nuove generazioni. I giovani sono anche distratti da una condizione sociale precaria, ma sostituire il lavoro con l’assistenzialismo temporaneo non risolverà certo il problema. Per questo facciamo bene a lottare insieme, Anpi e Cgil. Difendere la democrazia in questo Paese non è mai stato semplice, ma oggi lo è ancora meno, perché è in atto una guerra tra poveri alimentata da una politica irresponsabile. Per questo dobbiamo continuare a lavorare insieme, giorno dopo giorno”.
“Teniamoci forte, perché siamo forti. Siamo l’antifascismo: il cuore democratico del nostro Paese”, così Carla Nespolo concludeva il suo intervento al Consiglio nazionale Anpi del 5 novembre 2017 che la nominava segretaria.
Teniamoci forte, anche oggi, soprattutto oggi.