Puntata n. 4 - In Italia il governo più a destra della Repubblica fa cose di estrema destra, ma dall'altra parte del mondo il metalmeccanico e sindacalista Lula, dopo il carcere ingiusto, batte Bolsonaro alle elezioni e torna a essere presidente del Brasile
Un gigantesco me ne frego ci seppellirà
È questa la linea del governo Meloni, coerente con la sua matrice di estrema destra. Dalla legge cosiddetta sui rave party, che in realtà, per come è scritta, criminalizzerebbe, oltre ai giovani che ballano in casolari abbandonati, anche operai che protestano, studenti che occupano e qualsiasi tipo di oppositore, rendendolo passibile persino di intercettazione; alla manica larga sull’utilizzo del contante, un mezzo di pagamento che non lascia tracce e aiuta gli evasori; al colpo di spugna sulla prudenza nei confronti del Covid; a Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato, che annuncia l’intenzione di non partecipare ai cortei del prossimo 25 aprile; al viceministro delle infrastrutture e fedelissimo fidatissimo della Meloni, Galeazzo Bignami, fotografato mentre sorride vestito da SS. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani.
Manco si fossero attaccati alla cabina dell’Enel con quanto costa oggi l’energia. La musica techno, è noto, impoverisce le famiglie e fa schizzare l’inflazione, per questo va celermente repressa. Sei anni a chi si sballa in un capannone e appena due a chi magari in quel capannone mette su l’azienda e ci fa lavorare uno studente mascherato da operaio che poi ci lascia la pelle. Ma, visto che ci siamo, perché non ne approfittiamo per normare pure il dissenso? Cari studentelli fancazzisti in tenuta antifascista a fare da scudo umano contro i manganelli di Stato: questa legge è dedicata pure a voi. L’Italia non è Predappio e da oggi anche a ritrovarsi in fila alle Poste si rischia il penale. Dolcetto o moschetto? Il nostro Halloween è appena cominciato.
Un forte rumore di niente
È quello che c’è dietro ai ripetuti attacchi e vandalismi portati contro le sedi sindacali. Tra nuovi fascismi e no vax, il nulla ideologico riempito di frustrazione sociale sulla quale, in alcuni territori, soffia anche la malavita organizzata. Addolora che sia successo anche contro la Camera del Lavoro di Cerignola, proprio nella settimana in cui si celebra il 65esimo anno dalla morte di Giuseppe Di Vittorio, fondatore della Cgil nato nella cittadina pugliese in provincia di Foggia. “Colpire una Camera del Lavoro, anche solo per rubare o per vandalizzare, ha comunque un valore politico e sociale. Significa colpire tutti i lavoratori, i pensionati, perché quella è la loro casa”, si legge nel comunicato di condanna dei dirigenti locali della Cgil.
“Speravo in una pena più giusta”
In queste parole l’amarezza della madre di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni morta stritolata dagli ingranaggi di un orditoio all'interno di una fabbrica di Oste di Montemurlo, nel distretto tessile di Prato, nel maggio 2021. Il giudice ha accolto la richiesta di patteggiamento dei due titolari, per i quali scatta la sospensione condizionale della pena. Solo il terzo indagato, tecnico della sicurezza, è stato rinviato a giudizio.
Bentornato presidente Lula
Terzo mandato per il leader della sinistra brasiliana, dopo il carcere ingiusto e Bolsonaro al potere. “Lula – potete leggere su collettiva.it negli approfondimenti - ha iniziato la lunga marcia della più combattuta e decisiva campagna elettorale dal ritorno alla democrazia a oggi, da San Bernardo, dal luogo dove tutto cominciò, quando un giovane metalmeccanico diede vita a una delle storie più affascinanti dell’America Latina, dalla fabbrica al sindacato, dalle lotte per la libertà sindacale, il salario, la contrattazione collettiva, alla lotta politica per la democrazia, per una società inclusiva e giusta, dove ogni persona potesse avere i “tre pasti al giorno”, educazione e salute, senza discriminazione se nero, indigeno o donna, fino a conquistare per la terza volta la presidenza della più grande democrazia dell’America latina”. Buon lavoro, Presidente!
Un futuro alla pace
Domani tutti in piazza a Roma per la grande manifestazione nazionale contro la guerra in Ucraina. Oltre 500 le sigle che hanno aderito alla piattaforma EuropeForPeace. Tra questi la Cgil. Ci vediamo alle ore 12:00 in piazza della Repubblica. Il corteo arriverà a Piazza San Giovanni dove parlerà, tra gli altri, Maurizio Landini.