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Nel Pnrr del Governo la Toscana, la sua costa e Livorno sono penalizzate dal punto di vista degli investimenti infrastrutturali: è la denuncia che lanciano Cgil Toscana, Filt Toscana, Cgil Livorno e Filt Livorno. Che chiedono alla politica regionale di farsi sentire affinché si eviti il rischio di esser tagliati fuori dalla ripresa.
“Il sistema portuale della Toscana è assente tra gli asset definiti strategici: di Darsena Europa nessuna traccia, delle connessioni con le reti TEN-T, indispensabili per rendere efficace ed efficiente un sistema di trasporto, nessuna menzione”, spiegano Maurizio Brotini (segreteria Cgil Toscana), Monica Santucci (segretaria generale Filt Toscana), Fabrizio Zannotti (segretario generale Cgil Livorno) e Giuseppe Gucciardo (segretario generale Filt Livorno). Idem per le infrastrutture: “Dalla costa, per il Nord e viceversa, abbiamo ancora delle limitazioni di sagoma per i convogli ferroviari elemento di ulteriore penalizzazione e scarsa attrattività per traffici specifici, stessa cosa vale per la varante Aurelia, e il Lotto 0 della galleria Maroccone Chioma”.
Aggiungono i quattro sindacalisti: “Dobbiamo ‘accontentarci’ e sentirci parte di questo progetto deducendolo dall’incipit del paragrafo ‘M3C Investimento 1.2’, che dice: ‘Gli interventi proposti per la rete ad Alta Velocità nel Nord consentiranno di potenziare i servizi di trasporto su ferro, secondo una logica intermodale e stabilendo per le merci connessioni efficaci con il sistema dei porti esistenti’. Per estensione logica, dato che i porti sulla costa esistono, siamo parte della partita”.
Nel Pnrr è presente una elencazione delle opere ritenute strategiche, dei tempi probabili di messa in opera e ultimazione, e si descrive diffusamente l’obiettivo di ridurre il divario tra Nord e Sud, Est ed Ovest del Paese, di connessione con i corridoi europei di circolazione delle merci e delle persone, mettendo a disposizione investimenti imponenti. Livorno, ad oggi, ha come unica opera programmata lo scavalco ferroviario che connetterà il porto con l’interporto; il porto di Piombino è privo di una infrastruttura che possa garantire lo sviluppo delle sue potenzialità; la Toscana non è presente in nessun passaggio del piano.
“Tutto quanto esposto - insistono i dirigenti sindacali -, non può avere e non ha l’ambizione di esaurire una discussione così importante, ma riteniamo intollerabile l’atteggiamento della politica regionale che ha abdicato al compito di rivendicare con forza il ruolo della Toscana. Un territorio che ha un’industria manifatturiera ad alto valore aggiunto, produzioni vinicole di alta gamma, prodotti destinati prevalentemente al mercato estero e una rilevante industria legata al turismo, non può permettersi ulteriori ritardi nella realizzazione delle opere necessarie”.
Concludono gli esponenti Cgil: “Noi diciamo basta alla Toscana a due velocità, occorre un impegno serio e costante sulla costa, che ha di fatto due aree di crisi complessa e due aree di crisi non complesse, pertanto occorre da subito recuperare il vulnus contenuto nel Pnrr, non possiamo permetterci altri ritardi, il rischio di essere emarginati dalla ripresa è concreto. Inoltre, se dovessero essere varate le riforme previste, potrebbero tradursi in un ulteriore elemento di svantaggio nei confronti di aree del paese con un sistema infrastrutturale avanzato”.