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La notte scorsa gli studenti dell’Udu sono stati aggrediti e minacciati di morte da un gruppo di neofascisti armati di coltelli, inneggianti al duce. Da qualche giorno l’Udu (Unione degli studenti universitari) ha intrapreso un’azione dimostrativa con tende posizionate nel giardino a fianco del campus universitario per denunciare la condizione abitativa di molti studenti, costretti a subire il ricatto di affitti estremamente elevati: una situazione che agisce direttamente sul diritto allo studio. I costi dell’università, insieme a quelli necessari a garantire un’abitazione adeguata, rischiano di determinare una selezione nel perseguimento di obiettivi universitari, fortemente condizionata dalle possibilità economiche della famiglia di provenienza. Molti ragazzi svolgono attività lavorative per sostenere gli studi e il pagamento degli affitti.
La Cgil di Torino e il Sunia "esprimono solidarietà nei confronti degli studenti aggrediti, ra1orza la collaborazione con l'Udu sui temi delle diseguaglianze e delle disparità sociali e conferma l’impegno a proseguire congiuntamente nelle iniziative di denuncia, alla ricerca di una soluzione che garantisca migliori condizioni di vita, di cui la possibilità di usufruire di una abitazione con un affitto adeguato rappresenta un passaggio per noi irrinunciabile. Cgil e Sunia - inoltre - forniranno tutto il loro supporto affinché questi episodi non si ripetano e siano perseguiti i responsabili. Le intimidazioni non hanno mai fatto arretrare le nostre convinzioni, le nostre azioni, la nostra organizzazione".
Udu: presentata denuncia, non ci facciamo intimorire
“Poco dopo le tre di notte – racconta Lorena Cannata dell’Udu, testimone dell’episodio – ho notato tre individui vestiti con jeans e maglietta nera intenti a strappare uno degli striscioni appesi per rivendicare il diritto allo studio, mentre inneggiavano al duce e facevano il saluto romano. A quel punto mi sono avvicinata con un altro studente, per capire cosa stesse succedendo. Uno dei tre ci è venuto incontro, avrà avuto trent’anni. Ci ha fatto segno di stare zitti, quindi ha estratto un taglierino dalla tasca e ci ha minacciati di morte, facendoci segno che ci avrebbero tagliato la gola. A quel punto, abbiamo urlato per attirare l'attenzione degli altri studenti in tenda”.
“Ci siamo svegliati per via del rumore – continua il racconto Giuseppe Gulino, sempre dell’Udu – per capire cosa stesse succedendo. Quando ci hanno visto, questi individui si sono allontanati, sfrecciando via in macchina. Non prima di strappare due nostre bandiere e urlarci nuovamente contro dal finestrino della macchina. Abbiamo immediatamente chiamato la DIGOS che ha fatto intervenire una volante. Stamattina abbiamo presentato una denuncia in Questura”.
Solidarietà agli studenti aggrediti arriva dall’Unione degli Universitari. Camilla Piredda, coordinatrice nazionale parla di “fatto gravissimo” e aggiunge: “Non ci facciamo intimorire. In questi giorni siamo oggetto di una campagna di diffamazione e delegittimazione da parte della destra, che cerca ancora una volta di dipingere la nostra lotta come strumentale e falsa. Ma i problemi che denunciamo sono reali e chiediamo alle forze politiche di trattare nel merito le nostre denunce e le nostre richieste, anziché scadere nella polemica sterile. Quello che è successo stanotte è ancora più grave. Si arriva ad entrare nelle nostre tendate di notte, strappare striscioni e bandiere, minacciando di morte i presenti. Esprimiamo solidarietà ai compagni torinesi che hanno subito un'aggressione fascista e chiediamo di identificare tempestivamente gli aggressori. Noi sicuramente non ci lasciamo intimorire".
Lettera a Meloni: subito incontro
Intanto, l’Unione degli Universitari ha inviato una lettera aperta alla presidente Meloni, chiedendo di essere ricevuta con urgenza in vista della prossima legge di bilancio. “Siamo gli studenti – si legge nel testo – accampati davanti alle università. Ad aprile avevamo piantato le tende in tutto il Paese, chiedendo al governo delle risposte alla crisi abitativa. Abbiamo ricevuto tante promesse, le quali però non si sono tradotte in fatti concreti. Come Unione degli Universitari, abbiamo deciso di tornare a manifestare in 25 città: con la mobilitazione nazionale “Vorrei un futuro qui” vogliamo esprimere tutta la nostra delusione verso la politica, lanciando un grido di allarme. Servono risorse per garantire maggiori borse di studio, realizzare alloggi pubblici, limitare i canoni di locazioni per escludere la speculazione, intervenire sul caro libri e sul caro trasporti, abbattere le spese necessarie per tutelare la nostra salute mentale e rivedere gli incentivi fiscali. Le chiediamo di ascoltarci, le chiediamo di accettare di confrontarsi con noi, aprendo un tavolo operativo sulle nostre proposte, che ci veda partecipi e che sia funzionale a trovare soluzioni nel minor tempo possibile”.