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La procura tedesca di Essen ha autorizzato un regime di semilibertà per Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, i due manager di Thyssenkrupp ritenuti corresponsabili dell'incendio, che causò la morte di 7 operai a Torino, e condannati a 5 anni di carcere per omicidio e incendio colposo.
La notizia della semilibertà è arrivata oggi (17 giugno) alla procura generale di Torino. È previsto che i due condannati scontino la pena con il cosiddetto 'offener Vollzug', quindi sono detenuti in un penitenziario, ma possono lasciarlo ogni giorno per andare a lavorare e devono tornare la sera. Entro un mese dovrebbe invece partire per entrambi l'esecuzione della pena, secondo quanto riferiscono fonti di stampa tedesche.
"Ci incateneremo a Roma. Andremo a Essen. Qualcosa faremo. Devono dirci come è possibile questa cosa", è il primo commento di Rosina Platì, mamma di una delle sette vittime del rogo. "Stasera - prosegue la donna - volevamo festeggiare, ma in qualche modo sentivamo che sarebbe arrivata una notizia di questo genere. Adesso basta: ci devono spiegare cos’è successo". "Hanno giocato troppo con noi - conclude - e non ci fidiamo più di nessuno".
"Sono basito. Devono ancora inventare un aggettivo per esprimere le sensazioni che sto provando ora. La notizia è inattesa quanto vergognosa", afferma invece Antonio Boccuzzi, l'operaio della Thyssenkrupp sopravvissuto all'incendio.
L’incidente risale al 6 dicembre 2007, quando divampò nell'acciaieria uccidendo sette lavoratori. L'inchiesta puntò il dito sulle gravi lacune della sicurezza dello stabilimento, che era in via di dismissione per il trasferimento degli impianti a Terni.