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“Secondo le ultimissime stime Svimez la Basilicata è l'unica regione del Sud a segnare un decremento del Pil rispetto al 2019, pari al -5,7%. Mentre il Pil del Mezzogiorno cresce del 3,7% contro il +3,4% del Centro-Nord, la Basilicata ha un arretramento. Un dato che purtroppo non stupisce e che non potrà altro che peggiorare se non si attuano politiche in grado di prevenire i fenomeni di cambiamento in corso anziché fronteggiarli quando ormai sono già emergenze. Lo abbiamo visto con Stellantis, con la crisi idrica, con l’accoglienza dei migranti stagionali. Chiediamo al governo regionale un urgente cambio di passo, con scelte politiche e amministrative meno legate alle poltrone e più ai bisogni dei lucani, altrimenti la Basilicata è destinata ad estinguersi”. È l’allarme lanciato dal segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega.
“Servono politiche del lavoro attive, volte all’occupazione di giovani e donne”
“Una crescita sostenuta – prosegue – richiede l’implementazione dei fondi del Pnrr, un’accelerazione della macchina amministrativa per ridurre la burocrazia, un miglioramento delle competenze digitali e tecniche per sfruttare appieno le opportunità offerte dalla transizione verde e tecnologica. Servono politiche del lavoro attive, volte all’occupazione di giovani e donne, i più emarginati dal mondo del lavoro lucano. Serve lavoro e di qualità. Non è un caso che secondo i dati dell’ultimo bollettino Excelsior, realizzato da Unioncamere e dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in Basilicata, a gennaio 2025, sono previste circa 3.260 assunzioni di cui solo il 17% a tempo indeterminato, mentre l'83% sarà a termine”.
“Stiamo andando incontro a uno tsunami sociale e occupazionale senza precedenti”
“Se a ciò si aggiungono le gravissime crisi industriali come quella dell’automotive con Stellantis e l’indotto, la mancanza di visione rispetto alla transizione nel campo delle estrazioni petrolifere, la cassa integrazione in settori come quello delle telecomunicazioni – pensiamo alla vertenza CallMat –, le conseguenze del dimensionamento scolastico con una riduzione del 28% delle dirigenze in Basilicata, il continuo declino demografico, le lunghe liste di attesa e l’elevata migrazione sanitaria, è evidente che stiamo andando incontro a uno tsunami sociale e occupazionale senza precedenti. Se non creiamo posti di lavoro di qualità e se non attiviamo servizi avanzati – conclude Fernando Mega – la Basilicata sarà condannata a un futuro di inesorabile declino. Ed è questa una responsabilità della classe dirigente regionale, cui chiediamo di fare un passo indietro rispetto ai propri interessi personali che girano attorno a nomine e compromessi elettorali e di occuparsi dell’unico obiettivo per cui è stata eletta, mettersi al servizio dei lucani e risollevare le sorti della Basilicata”.