PHOTO
"Rientrano oggi nelle classi più di 2 milioni di studenti in quasi tutto il Paese, dopo che molte Regioni avevano rimandato di qualche giorno per tentare di scongiurare il caos. Assistiamo sconcertati ad un rimpallo di responsabilità dopo che Governo e ministero hanno assicurato per mesi che non si sarebbe più parlato di didattica a distanza e che si sarebbe garantito il diritto allo studio per tutte e tutti con una scuola in presenza, in sicurezza e di qualità. Il rientro in presenza appare oggi più come un posizionamento politico a cui non sono conseguite, nelle ultime settimane, misure adatte a supportarlo a fronte di un aumento esponenziale dei contagi e della emergenza pandemica", così in una nota la presa di posizione della Rete degli studenti medi.
Da anni, ormai, attaccano gli studenti, "chiediamo che si intervenga strutturalmente. Non era difficile prevedere che il covid non sarebbe finito e che il vaccino, di per sé strumento fondamentale per limitare i danni del virus, non sarebbe bastato da solo a scongiurare nuove chiusure. Arriviamo a questo ennesimo rientro registrando un caos complessivo che non permette agli studenti e al personale scolastico di garantire pienamente il diritto allo studio. Serve ora intervenire limitando i danni e scongiurando chiusure generalizzate, garantendo Ffp2 a tutti e tutte, facendo in modo che studenti e studentesse possano accedere gratuitamente ai tamponi molecolari e costruendo un sistema di tracciamento scolastico. Non possiamo accettare che le responsabilità di questo rientro disastroso ricadano su di noi. Serve, per queste prime settimane di instabilità, sospendere le valutazioni per permettere di riorganizzare l’attività didattica".
“Siamo preoccupati da questo rientro – spiega Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli studenti medi –. Ci aspettavamo che si intervenisse sulla situazione invece di fare finta fosse tutto pronto per rientrare. Da quando è iniziata la pandemia chiediamo misure strutturali e constatiamo, di nuovo, che nulla è stato fatto. La situazione in cui siamo è conseguenza del pensiero per cui bastasse semplicemente che noi giovani ci vaccinassimo in massa senza intervenire sugli edifici e sulla didattica. Ci siamo sempre opposti alla Dad perché crediamo sia un modello che non garantisca il diritto allo studio, ma oggi la situazione è difficile. Serve intervenire sul tracciamento e sull’accesso agli strumenti sanitari per gli studenti. Sospendere temporaneamente le valutazioni è una proposta limite per evitare ricadute sulla salute mentale degli studenti e sulla didattica.”