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“Giovedì 27 giugno, dopo la manifestazione organizzata in piazza Oberdan dalla Rete degli Studenti Medi di Trieste e dall'Udu Trieste assieme alla Cgil di Trieste in contrapposizione al G7 Istruzione che si è svolta in maniera del tutto pacifica, con tutte le regolari autorizzazioni previste e senza il minimo problema di ordine pubblico, alcuni manifestanti sono stati fermati da agenti in borghese e invitati senza motivazione a lasciare immediatamente la città negando anche la possibilità di mangiare un panino presso un esercizio del centro”. Ne dà notizia la Rete degli Studenti Medi.
“Un atto inaccettabile – sottolineano gl studenti - inquietante, autoritario dal nostro punto di vista che ha evidentemente travalicato la legge e dalla natura spiccatamente politica. Alcuni manifestanti della Rete degli Studenti Medi, tra cui il coordinatore nazionale della stessa, in seguito alla manifestazione si sono diretti in auto verso il centro della città per pranzare prima di ripartire verso la città di provenienza. I manifestanti sono stati presumibilmente seguiti da agenti in borghese, essendo gli stessi che erano in servizio al presidio di poco prima. Dopo essere stati identificati, i manifestanti, con motivazioni del tutto risibili e provocatorie, sono stati fatti allontanare dalla città e pedinati finché non sono giunti presso l'ingresso dell'autostrada. Una sospensione dello stato di diritto inaccettabile in spregio a ogni norma e principio costituzionale”.
"Se partecipare ad una manifestazione diventa motivo per limitare le libertà costituzionali, significa che la situazione sta diventando drammatica -dichiara Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi presente alla manifestazione e tra i manifestanti allontanati dalla città -. Non ci è stata fornita nessuna motivazione – prosegue Notarnicola -, alle nostre domande sul perché dei liberi cittadini dovessero lasciare la città e non potessero mangiare un panino ci è stato risposto che 'si mangia meglio in autostrada che in città'. È assurdo pensare che militanti di un'organizzazione che svolge rappresentanza studentesca e che intrattiene rapporti istituzionali con il Ministero possano essere visti come un pericolo per la pubblica sicurezza a tal punto da essere allontanati da una città!”.
"Chiediamo alla presidente Meloni, al Ministro Piantedosi e al Ministro Valditara dei chiarimenti immediati: riteniamo che sia molto grave che le forze dell'ordine non stiano facendo nulla per fermare le organizzazioni fasciste come gioventù nazionale, che non siano in grado di tutelare manifestanti che tornano a casa e che subiscono aggressioni squadriste come accaduto lo scorso 18 giugno, ma si impegnino a limitare e intimidire studenti che esprimono i loro diritti costituzionali! Su quanto accaduto stiamo valutando di agire presso tutte le sedi previste per far valere i nostri diritti e per difendere lo stato di diritto", conclude la Rete degli Studenti Medi.