PHOTO
La legalità comincia dal lavoro. Questa è l’idea alla base del protocollo firmato lo scorso 16 giugno da Giuseppe Busia, presidente nazionale dell’Anac, e i segretari confederali di Cgil Cisl e Uil Giuseppe Massafra, Andrea Cuccello, Tiziana Bocchi. Contratti regolari, gli stessi in caso di subappalto, salario dignitoso, diritti rispettati. E un sistema di controlli che ne garantisca l’effettività, almeno dal punto di vista dei contenuti. Questi i capitolo più importanti dell'intesa.
“Il protocollo con Anac segna un passaggio epocale”. Ad affermarlo, con passione e coinvolgimento, è Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil che per la confederazione ha partecipato agli incontri e alla discussione che ha portato alla firma dell’accordo. “In sostanza ci dà la possibilità non solo di attivare degli affidamenti istituzionali tra organizzazioni sindacali e l'Agenzia che si occupa di sovraintendere a tutto il sistema degli appalti pubblici, realizzando anche un presidio di legalità. Ma ci dà anche l'opportunità di costruire uno strumento concreto, l'Osservatorio, che ci consentirà di entrare nel merito della definizione dei contratti dei bandi tipo in tutti i settori, dall’edilizia alla pubblica amministrazione, passando per i servizi”.
La natura innovativa e strategica di quell’accordo sta, infatti, tutta qui. Sedendo nell’Osservatorio le organizzazioni sindacali “scriveranno” insieme all’Anac i contratti tipo e i bandi tipo che dovranno costituire i modelli per tutti quelli che verranno definiti per la realizzazione del Pnrr. Insomma, “contribuiremo a determinare l’indirizzo, attraverso un principio di qualità degli appalti, prima che le decisioni vengano prese” aggiunge il dirigente sindacale. “Potremo intervenire ed essere determinanti non solo a valle, ma anche a monte. Potremmo avere ruolo nella definizione, nell’attuazione e nel monitoraggio degli appalti pubblici”.
Non solo, Cgil Cisl e Uil potranno dire la loro in maniera vincolante su quanto governo e parlamento definiranno nei decreti attuativi del nuovo Codice dei contratti pubblici appena varato da Camera e Senato che le tre confederazioni, attraverso audizioni e memorie, ma anche mobilitazioni e manifestazioni, hanno contribuito a migliorare rispetto al testo originario.
Il protocollo, oltre a istituire l’Osservatorio, prevede il potenziamento della Banca dati nazionale dei contratti pubblici e la predisposizione della Piattaforma unica della trasparenza. E proprio la possibilità di consultare e incrociare diverse banche dati (da quella dell’Inps a quella dell’Anpal, passando da quella dell’Inail, ad esempio) permetterà all’Osservatorio di monitorare davvero quanto succede nei cantieri e non solo rispetto alla parità di trattamento economico e normativo e all’applicazione dello stesso contratto collettivo nazionale di lavoro in caso di subappalto.
Altro elemento fondamentale da monitorare è il rispetto del Durc contributivo e di congruità della manodopera, utilissimo questo per scovare possibile lavoro nero o grigio. E poi le verifiche per la corretta applicazione del Ccnl, la possibilità di sconfiggere il dumping contrattuale e il lavoro illegale, e accertare la piena applicazione delle clausole sociali.
"Attraverso il Pnrr non dobbiamo solamente costruire nuove opere o offrire migliori servizi, ma anche conseguire in generale un progresso duraturo del nostro tessuto sociale ed economico”. Così ha commentato la sottoscrizione del protocollo il presidente dell’Anac Giuseppe Busia che ha aggiunto: “I contratti pubblici, in particolare ora con gli ingenti fondi Pnrr, costituiscono uno strumento fondamentale anche per la tutela dei lavoratori e dei loro diritti, anche in tema di salute e sicurezza".
Per Busia, "garantire che nelle imprese siano applicati correttamente i contratti collettivi di lavoro serve anche ad assicurare una corretta concorrenza fra le stesse, premiando quelle che si comportano correttamente e insieme favorendo una gestione trasparente delle risorse pubbliche. È questo che ci ha spinto a sottoscrivere l’importante protocollo d'intesa con i sindacati Cgil, Cisl e Uil".
Ci sono voluti cinque mesi di lavoro, ma la fatica è stata premiata. “Quello che ci consegna il protocollo è un vero strumento di lavoro – aggiunge Massafra – che abbiamo potuto 'tagliare' per i singoli settori di applicazione degli appalti. Arriva a completamento dell’importante lavoro che abbiamo fatto sulla legge delega dei contratti pubblici".
"Abbiamo portato a casa conquiste preziose: e cioè che per lo stesso lavoro si applica lo stesso contratto lungo tutta la filiera dell’appalto, il rispetto delle clausole sociali, il no al massimo ribasso e quindi l’esclusione del costo della mano d’opera dalle operazioni di affidamento, il fascicolo elettronico. Insomma, questo accordo rappresenta una grande conquista e come tale andrebbe considerata”, conclude il sindacalista.