"È stata resa pubblica la ripartizione del Fus (Fondo unico per le spettacolo) e, come ogni anno, è arrivata a soltanto a fine luglio, quando ormai i teatri si sono impegnati nelle programmazioni per la nuova stagione. E come ogni anno, tante sono le proteste di chi subisce un taglio dei contributi assegnati". Così commenta Emanuela Bizi, segretaria nazionale Slc Cgil.
"Più certezze e più risorse sono anche le nostre richieste ma, accanto a ciò, da tempo sollecitiamo le imprese del settore a prendere una posizione compatta ed assumersi la responsabilità di dare al ministero indicazioni precise che rappresentino tutti i soggetti, i grandi come quelli piccoli, chi ha un repertorio di tradizione e chi fa sperimentazione", aggiunge Bizi.
"In questo sistema sbagliato, chi paga di più sono i lavoratori - prosegue Bizi. Un esempio lo offre il teatro Stabile di Catania che, grazie alla professionalità e alla serietà dei lavoratori, ha potuto affrontare un difficile piano di risanamento e che, oggi, dopo il taglio del 19% del contributo Fus, rischia di non poter rispettare gli impegni presi".
In questo, come in altri teatri, il taglio del Fus rischia di tradursi in abbassamento dei "compensi e in grandi ritardi nei pagamenti - conclude la sindacalista. È tempo che tutti facciano la propria parte per costruire un sistema in cui tempi, modalità e criteri nell’assegnazione del Fus siano adeguati e certi."