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"Questi anni di crisi sanitaria hanno di fatto imposto all'attenzione di noi tutti un nuovo diritto, quello alla connettività". A dirlo è il segretario generale Slc Cgil Fabrizio Solari, intervenendo alla presentazione dell'edizione 2021 del "Rapporto sulla filiera delle telecomunicazioni in Italia", redatto da Asstel-Assotelecomunicazioni e segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e UilcomUil: "Il confinamento ha reso quotidiano l'utilizzo di modalità digitali per attività prima impensabili: lo smart working ha assunto dimensioni inaspettate solo un anno e mezzo fa".
Solari rileva che "la didattica a distanza, la scoperta di una dimensione 'digitale' anche per la socialità e per usufruire di sempre maggiori quote di servizi della pubblica amministrazione hanno portato il Paese in una dimensione di modernità difficilmente prevedibile prima del marzo 2020. Tutto questo rende non più rinviabile un 'piano Paese' per l'infrastruttura di rete".
Per il segretario generale della Slc Cgil "il rapporto fra pervasività delle reti e diffusione di una cultura digitale è ormai di tutta evidenza. I piani di sviluppo della banda ultralarga che si sono succeduti dal 2015 non hanno di fatto colmato il 'digital divide' che ancora condanna milioni di cittadini a un servizio che non permetterà loro di usufruire appieno di questa rivoluzione. Occorre cambiare modello industriale e di sviluppo".