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La casa è un diritto, ma c'è chi ancora non vuole capirlo: con lo sblocco dei licenziamenti, dal primo luglio ripartono anche gli sfratti. Per fronteggiare l'emergenza abitativa, Sunia, Sicet, Uniat Aps e Unione inquilini hanno organizzato una manifestazione a Piazza Montecitorio (Roma) per oggi, giovedì 24 giugno. Inoltre, i movimenti hanno scritto al governo, ai gruppi parlamentari, alla conferenza delle regioni e all'Anci per chiedere un confronto. L'obiettivo è mobilitarsi per sostenere le proposte sindacali, ottenere una proroga e garantire il passaggio da una casa all’altra per le famiglie coinvolte.
La situazione è decisamente grave, e non mancano le responsabilità politiche. “Siamo allarmati e preoccupati per le imminenti conseguenze della scelta di Parlamento e governo di procedere con il decreto legge 41/2021 convertito dalla legge 69/2020 (cosiddetto Sostegni 1) a una mini-proroga delle esecuzioni degli sfratti per morosità lasciando fuori tutti i provvedimenti (che sono la maggioranza) emessi prima del 20 febbraio 2020”, si legge nel comunicato congiunto.
Secondo i sindacati e i movimenti che hanno organizzato il presidio, la mobilitazione è necessaria, perché “anche il dl. 73/2021 (Sostegni bis) attualmente all’esame della Camera dei deputati per la conversione in legge, non affronta questo nodo cruciale con il rischio che, in mancanza di radicali modifiche su questo punto, si profilerà un ulteriore gravissimo disagio sociale nelle città e nelle regioni alle prese con la campagna vaccinale per una uscita dalla pandemia”.
Sarebbero infatti oltre 80mila le famiglie in difficoltà coinvolte. Questo significa che lo Stato, le regioni, le province e le prefetture saranno costrette ad affrontare, a livello nazionale e locale, quest'ennesima emergenza sociale e abitativa. “Con le note allegate abbiamo sollecitato a tutti i livelli istituzionali risposte rapide ed efficaci su proposte che da tempo abbiamo avanzato, a partire dalla discussione sulla legge di bilancio 2021 e sul Milleproroghe, per soluzioni adeguate che non possono più attendere”, affermano i movimenti anti-sfratto.
“La situazione era già difficile prima della pandemia”, sostiene Stefano Chiappelli, segretario generale del Sunia (il Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari): “Ora si è aggravata ulteriormente. Nemmeno la mini-proroga sarà sufficiente a garantire un tetto a migliaia di famiglie. Questa soluzione sarebbe stata positiva se si fosse fatto qualcosa per non arrivare alla scadenza del primo luglio, ad esempio aprendo un tavolo di discussione con le parti. Ma le istituzioni non ci hanno aiutato. Se non ci saranno altre soluzioni, queste persone perderanno la casa”.
Le organizzazioni ribadiscono, ancora una volta, l'esigenza di trovare soluzioni concrete al disagio abitativo, tramite: lo stanziamento di contributi di sostegno economico e di ulteriori risorse al fondo di sostegno all’affitto e al fondo per la morosità incolpevole; gli incentivi alla rinegoziazione dei canoni; i ristori ai proprietari che subiscono il ritardo nei canoni; le misure di graduazione delle esecuzioni degli sfratti, attraverso uno stanziamento adeguato e diretto ai Comuni; una ricognizione di alloggi pubblici immediatamente disponibili. Inoltre, si chiede di accelerare le procedure per erogare contributi agli aventi diritto, nonché di produrre protocolli efficaci con le forze sociali rappresentative di inquilinato e proprietà.
La mobilitazione di oggi sarà seguita da analoghe iniziative locali, dove le strutture di Sunia, Sicet, Uniat Aps e Unione inquilini offriranno il loro sostegno a chi si trova in difficoltà. I movimenti, consapevoli della crisi sociale ed economica generata dalla pandemia, saranno impegnati in prima persona a rispondere al disagio e alle preoccupazioni di tutte quelle famiglie che, dal primo luglio, rischiano di finire in mezzo alla strada.
“Abbiamo avanzato tante proposte, come la necessità di far ripartire l'edilizia pubblica”, conclude Chiappelli, “ma non siamo stati ascoltati e ora non possiamo aspettarci che i comuni, in piena campagna vaccinale, riescano a gestire questa situazione. Chiediamo al Parlamento e al governo di prendere un indirizzo chiaro. Insieme ai comuni e alle prefetture, dobbiamo arrivare alla graduazione delle esecuzioni di sfratto e discutere dei protocolli d'intesa. In questo momento, senza garanzie e tutele per le famiglie, rimane un'unica strada: il blocco degli sfratti fino alla fine 2021”.