Rilanciare l’edilizia residenziale pubblica in Sicilia dotandola di un finanziamento certo sia statale che regionale. Obiettivo: fare fronte alla crescente richiesta di alloggi in un periodo di grave disagio sociale , per il persistere della crisi economica e occupazionale. È la richiesta dei sindacati degli inquilini Sunia, Sicet e Uniat siciliani, che sull’argomento hanno tenuto oggi un’iniziativa pubblica alla quale hanno partecipato tra gli altri i segretari nazionali Sunia e Sicet, Daniele Barbieri e Nino Falotico, i segretari della Uil e della Cisl regionali Claudio Barone e Sebastiano Cappuccio, Salvatore Lo Balbo, della Cgil regionale, l’assessore comunale Giuseppe Mattina e l’assessore regionale alle infrastrutture, Marco Falcone.
I sindacati degli inquilini hanno sollecitato il varo di una norma sul diritto all’abitare e l’assessore Falcone, nel corso dell’iniziativa, ha assunto l’impegno ad aprire un tavolo di confronto.I segretari siciliani dei tre sindacati, Giusy Milazzo, Sebastiano Ferro e Giovanni Sardo hanno rilevato la “crescente domanda di case popolari con canoni sostenibili, in presenza di una situazione sociale che vede crescere povertà, disoccupazione, precarietà e di un abbassamento della soglia dei redditi”.
La risposta , hanno sottolineato, deve essere “l’ampliamento dell’edilizia pubblica e sociale in affitto”. Oggi in Italia solo il 5% della popolazione usufruisce di un alloggio pubblico in affitto. Altro tema non sufficientemente affrontato, per i sindacati, è quello delle manutenzioni e della messa in sicurezza degli edifici, ad esempio rispetto al rischio sismico. I sindacati degli inquilini chiedono anche un intervento normativo per definire la natura degli enti gestori “che dovrebbero avere omogeneità su tutto il territorio nazionale”. Inoltre l’aggancio del canone al reddito della famiglie, per sostenere le fasce sociali più deboli. “Si rende necessaria – sostengono-una legge quadro entro cui collocare le normative regionali”.
Da Sunia, Sicet , Uniat viene comunque la sollecitazione al governo regionale “ad uscire dallo stato di torpore che ha caratterizzato le politiche abitative, per le quali sono sempre state destinate somme troppo esigue”. Tra le richieste alla Regione, oltre all’aumento dei finanziamenti, lo stop ai piani di svendita, un programma annuale di riqualificazione del patrimonio, la riunificazione della gestione in un determinato territorio in capo a un ente, la rivisitazione delle norme e dei regolamenti su canoni, morosità incolpevole, mobilità, accesso, auto riqualificazione, autogestione, permanenza, decadenza, la definizione delle carte dei servizi della mediazione abitativa e delle commissioni paritetiche per i diritti degli utenti. Su questi temi e sulle competenze degli Iacp i sindacati chiedono l’avvio di un laboratorio finalizzato a ridare al settore funzionalità ed efficienza.