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“Nella nostra Regione gli sfratti non rappresentano più un'emergenza, ma costituiscono un dato strutturale, epifenomeno di un profondo disagio abitativo che resta senza risposte”. Lo dice Giusy Milazzo, segretaria regionale del Sunia, sindacato inquilini, commentando i dati del dossier del ministero degli Interni, relativo al 2018. In quest'anno, in Sicilia, sono stati emessi 2.275 sfratti, le richieste di esecuzione sono state 7.233, mentre 1.540 sono stati gli sfratti eseguiti con l'ufficiale giudiziario. Catania resta la città 'maglia nera' per il numero delle richieste dii esecuzione, pari a 2.633. Non va meglio a Palermo, visto che il capoluogo ha registrato un aumento del 23% degli sfratti eseguiti con l'ufficiale giudiziario.
“Nonostante una lieve flessione rispetto ai dati del 2017, che comunque riteniamo sia dovuta in parte a imprecisione nella rilevazione – osserva Milazzo –, i dati descrivono un contesto regionale in cui migliaia di donne e uomini hanno subìto e subiscono l'umiliazione di uno sfratto, spesso per aver perso il lavoro o per avere redditi da lavoro insufficienti a sostenere i costi di un alloggio. Sono numeri importanti, che descrivono un contesto regionale in sofferenza, una povertà diffusa e la mancanza di una strumentazione adeguata a sostenere le famiglie, non più in grado di reggere i costi di un'abitazione sul mercato privato”.
Milazzo osserva che “da un canto, ci sono affitti troppo alti soprattutto nelle grandi città, dall'altro, nessun finanziamento da parte della Regione per il fondo per il sostegno agli affitti, scarso ricorso ai fondi per la morosità incolpevole (dei 4 milioni che giacciono nelle casse della Regione, ne è stato usato meno del 10%), ininfluente incremento dell'offerta di alloggi pubblici a canone sociale. Insomma – conclude la dirigente sindacale –, siamo in presenza di una politica carente, per quanto riguarda il diritto alla casa e all'abitare al livello nazionale e scoordinata e frammentaria a livello regionale”.