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L’anno scolastico 2024-2025 si apre con una brutta sorpresa: un nuovo aumento dei costi del materiale scolastico, che va a colpire tutte le famiglie italiane. Dopo i rincari significativi registrati già lo scorso anno, si prevede un nuovo incremento: libri, zaini, diari, cancelleria, tutto viene toccato dai rialzi, con aumenti che possono raggiungere anche il 20%.
Libri, aumenti senza tetto
Partiamo dai libri. In teoria il ministero dell'Istruzione avrebbe stabilito un tetto massimo agli aumenti: per le scuole secondarie di primo e secondo grado non dovrebbero superare il 10%, mentre per la scuola primaria è previsto un incremento del 2,3%. Nella realtà le cose non stanno così: Federconsumatori segnala che l’aumento reale si aggira intorno al 15%, portando la spesa media per famiglia vicino ai mille euro, considerando libri, sussidi e assegni per le famiglie meno abbienti.
Zaini e trolley fino a 120 euro
Salgono anche i prezzi per gli zaini. I preferiti delle ragazzi e ragazzi, ossia i trolley, già lo scorso anno si trovavano a un prezzo minimo di 75 euro, mentre i modelli più di moda e con più accessori potevano raggiungere cifre intorno ai 120 euro. Quest’anno bisognerà mettere in conto una spesa minima di ben 80 euro, un aumento “abbastanza considerevole” per l’acquisto di uno zaino nuovo. Si “scopre” così un incremento medio del 7,13%.
Ovviamente, ci sono diverse modalità di risparmio, tra cui l’acquisto di zaini più tradizionali o borse a tracolla, ma anche quelle non costano poco: vedono levitare il loro prezzo che passa da un minimo di 60 euro a 65 euro.
Mensa a 85 euro al mese
Per mangiare alla mensa mediamente si spende tra gli 84 e gli 85 euro al mese per un figlio iscritto alla scuola dell’infanzia e primaria. Un costo per pasto è pari a circa 4,20 euro. Lo scorso anno l’aumento dell’inflazione aveva già aggravato il costo delle mense, per quest’anno si attendono novità sul fronte comunale e regionale, da cui dipenderanno eventuali aumenti.
Flc: sui libri solo palliativi, siano gratis
“A nostro parere va garantita la completa gratuità fino al termine del percorso scolastico. Il parametro Isee non è omogeneo tra tutte le regioni e comunque è troppo basso. Le misure introdotte nell’ultimo decreto sono palliativi: tre milioni per gli studenti meno abbienti e la parametrazione del tetto di spesa all'inflazione programmata. Non risolvono il problema dell'accesso e del diritto allo studio nel segmento istruzione”. Lo ha detto all’Adnkronos la segretaria generale della Flc Cgil, Gianna Fracassi, intervendo proprio sulla questione dei prezzi fuori controllo.
Non si investe sul sostegno agli studenti
Fracassi ha quindi aggiunto: “Le soluzioni evocate come un rafforzamento del bonus o la detrazione fiscale rischiano di essere poco efficaci e comunque parziali – a suo avviso -. Il punto è che in generale il nostro Paese investe pochissimo per il sostegno agli studenti nei percorsi di studio. Tutta la retorica sui giovani e le famiglie di questo governo – dunque - alla fine si infrange con la realtà dei numeri e delle concrete politiche”, ha concluso.