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Ieri (8 marzo), incontro di aggiornamento sulla gestione della didattica in presenza nelle scuole del Veneto. Sul tavolo il tema del piano vaccinale per il personale e l’impatto del nuovo Dpcm, che ha previsto il mantenimento della didattica in presenza per le scuole secondarie di secondo grado anche nelle regioni di “colore arancione”, riservando la possibilità di intervento dei Presidenti di Regione solo nel caso in cui il rapporto casi positivi/popolazione sia pari o superiore a 250/100.000.
Allo stato attuale il Veneto non raggiunge nel complesso questo parametro, anche se il quadro epidemiologico risulta in peggioramento. Malgrado il passaggio in zona arancione, le scuole secondarie di secondo grado proseguono, con la didattica in presenza per il 50% degli studenti (confermata la presenza al 100% per nidi, infanzia e primo grado).
“Nel corso della riunione – hanno scritto Cgil, Cisl e Uil regionali - abbiamo sottolineato che, se sul fronte del trasporto pubblico locale quanto messo in atto, in applicazione dei piani prefettizi, ha dato dei risultati migliori rispetto allo scorso autunno, evitando sovraffollamenti sui mezzi e presso gli snodi principali, salvo alcuni limitati casi, sul fronte della campagna vaccinale il nostro giudizio è negativo a causa dell’incertezza e della confusione determinata anche dalle differenziazioni di organizzazione nelle diverse Ulss. Abbiamo inoltre chiesto un aggiornamento dei dati sul fronte dell’incidenza dell’epidemia, delle vaccinazioni fatte, della programmazione dei prossimi interventi alla luce delle novità introdotte dai provvedimenti del Governo”.
A rispondere alle richieste dei sindacati, le Regione, l'Ufficio scolastico regionale e la Prefettura. Sul fronte sanitario, si registrano 928 casi positivi fra gli studenti; 155 tra gli operatori scolastici; 16.490 gli studenti in quarantena o sorveglianza; 967 gli operatori scolastici.
Sul piano vaccinale, ad oggi è stato sottoposto alla prima dose il 27,84% del personale scolastico (26.467 persone su un bacino di 95.068 aventi diritto). Di questa platea, circa 26.205 rientrano nella fascia di età tra i 55 e i 65 anni, mentre 1.612 sono gli over 66 (sui quali non abbiamo avuto indicazioni su quando saranno vaccinati).
Sul fronte trasporti, la Prefettura di Venezia non ha fornito dati puntuali, ma ha confermato che nelle diverse province si è dato attuazione a quanto previsto, con la messa in campo di poco meno di 700 autobus supplementari e l’assunzione di 200 - 230 steward.
Riguardo al rapporto casi positivi/popolazione (250/100.000), l’assessore Donazzan ha riferito che la Regione ha deciso di suddividere il Veneto nei territori che un tempo coincidevano con i 26 distretti socio-sanitari per valutare l’andamento dei dati epidemiologici e definire gli interventi relativi. Sarà questo, a detta dell’Assessore, l’ambito territoriale nel quale intervenire, anche da subito, circa la decisione di riportare al 100% la Dad per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, e quasi sicuramente anche per le seconde e terze medie. La scelta verrà condivisa dal locale servizio di prevenzione della Ulss competente (Sisp) con i sindaci coinvolti.
“Non ci sono state fornite indicazioni – concludono i sindacalisti - riguardo alle conseguenza che questa modalità di intervento della Regione avrà sul Trasporto pubblico locale (che, ricordiamo, ha perimetri per lo più provinciali). Abbiamo segnalato che senza il dovuto raccordo e coinvolgimento di tutte le parti in causa, questa modalità di applicazione del Dpcm potrà generare confusione e ricadute su lavoratori e lavoratrici del trasporto pubblico locale, oltre che sull’organizzazione delle famiglie soprattutto per le fasce degli studenti delle scuole medie. Infine abbiamo, ancora una volta, sollecitato la convocazione del tavolo regionale 0-6 (scuola dell’infanzia) previsto dagli accordi nazionali, viste anche le particolari problematiche di questo comparto”.