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“I dati sulla carenza di personale all’interno delle scuole sono solo la punta di un iceberg che cela altre tristi verità sul sistema formativo italiano, compresa quella che riguarda l’insegnamento di sostegno con numeri che dimostrano come questo percorso penalizzi eterni precari e soprattutto studenti con bisogni particolari e fragilità”. È durissima la denuncia del segretario generale della Cgil di Taranto, Giovanni D’Arcangelo, che, insieme alla Flc, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico puntualizza come sia l’assenza di lavoro e di personale qualificato a mortificare la più importante istituzione formativa pubblica dello Stato.
Eppure, la normativa italiana sull’inclusione scolastica delle persone con disabilità è stata per anni considerata un punto di riferimento nel mondo. Nel 1977, ricorda un comunicato del sindacato, una legge all’epoca considerata pioneristica abolì le classi speciali e avviò il progetto di inclusione nel percorso scolastico comune. “Tutto ciò prima che la scuola pubblica diventasse la Cenerentola degli investimenti dello Stato e anticipasse tragicamente gli effetti dell’autonomia differenziata”, spiega ancora D’Arcangelo.
“Ecco perché sulla scuola non si può parlare solo di numeri, ma noi conduciamo una battaglia sulla qualità del servizio offerto, includendo anche una sacrosanta necessità di adeguamento dei salari”. Un ragionamento che la Cgil elabora tenendo a mente il rapporto tra il servizio offerto e il lavoro. “Lo diciamo in ogni ambito – continua il segretario –, in tutti i comparti pubblici solo il lavoro di qualità delle persone qualifica il servizio. Se manca il lavoro, manca la qualità del servizio pubblico. Se manca questo, i cittadini non hanno più fiducia nello Stato e nelle istituzioni. Non avere a disposizione gli insegnanti a poche ore dell’inizio della scuola crea un caos senza precedenti”.
“Quella che oggi, a causa delle caotiche scelte del Governo circa lo svolgimento di un concorso l’anno, senza creare graduatorie a scorrimento, limita il numero dei posti da dare in ruolo, nonostante i tantissimi posti vacanti, per la solita scelta politica di non investire nella scuola dello Stato – spiega Viviana Lusso, componente della segreteria Flc Cgil di Taranto –. Un modo spregiudicato per prendere tempo e non stabilizzare lavoratrici e lavoratori, e non garantire continuità scolastica per gli studenti di ogni ordine e grado di scuola”.
La scuola usa e getta
La scuola usa e getta che lascia proprio gli studenti e le famiglie di fronte a un costante e continuo impoverimento culturale ed educativo della nostra società. “Scorrono le graduatorie del concorso del 2023 e scorreranno fino a dicembre – continua Viviana Lusso –: in mezzo c’è un colpevole ritardo del Ministero dell’Istruzione e del Merito che di merito ha solo quello di creare precariato su precariato e la terra di nessuno delle nomine temporanee di circolo e di istituto. Insegnanti tappabuchi che si appassioneranno, instaureranno e salderanno relazioni con studenti e famiglie, proveranno a fare la differenza e saranno costretti ad andar via per far posto agli aventi diritto”.
“Concorsi – continua l’esponente della Flc Cgil di Taranto – banditi dal ministero con molto ritardo, molti non ancora conclusi, che vedranno pertanto per effetto dell’accantonamento dei posti vacanti, di innumerevoli contratti fino ad aventi diritto”. Una giostra che ricomincerà nuovamente nell’anno scolastico a venire considerato che per gli idonei non basterà aver superato il concorso, ma servirà farne un altro e un altro ancora.
I numeri della scuola a Taranto
“Nelle comunità scolastiche della nostra Provincia – si legge nella nota del sindacato tarantino – 21 sono state le immissioni in ruolo da assistente amministrativo, 10 immissioni di assistente tecnico e 53 immissioni in ruolo di collaboratore scolastico, 0 da cuoco, 0 da addetto all’azienda agraria, 0 da guardarobiere, 0 da infermiere a fronte di numerosi contratti annuali: 47 da assistente amministrativo, 43 da assistente tecnico, 3 da addetto alle aziende agrarie, 3 da cuoco, 1 da guardarobiere, 1 da infermiere e ben 84 da collaboratore scolastico. Le scuole della provincia jonica soffrono da anni della mancanza dei dirigenti scolastici titolari e quest’anno ben 10 istituti comprensivi e il C.P.I.A. 8Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti) saranno gestite e coordinate da dirigenti scolastici reggenti.
“A tutto questo si aggiunge l’inserimento a pettine nelle GPS (Graduatore Provinciali Supplenze) dei docenti con titolo di specializzazione conseguito all’estero ma non validato attraverso le previste procedure di riconoscimento a discapito dei tantissimi docenti specializzati in Italia, inseriti a pieno titolo – dice Lusso – che si sono visti scavalcare nelle graduatorie e della garanzia della continuità didattica ed educativa di bambini e adolescenti disabili. Il rischio di dequalificazione del sistema di inclusione, fiore all’occhiello della scuola pubblica statale italiana è altissimo”. “Un girone dantesco – continua D’Arcangelo – che fa male a tutti, ma soprattutto ai nostri figli”.
I conti in Puglia non tornano
I conti In Puglia non tornano in nessuna classe di concorso – sottolineano i sindacalisti della Cgil –. Per la classe A050 (Scienze), sono 183 posti vacanti nella regione, ma solo 38 vincitori programmati e assumibili da concorso Pnrr. Per la classe di concorso A048 (Scienze motorie) con 110 posti disponibili sono solo 21 le assunzioni effettuabili dal Pnrr, mentre nella classe di concorso A012 (Italiano, Storia e Geografia) i posti disponibili sono 128, ma solo 21 vincitori che potranno essere assunti dal concorso Pnrr.
“Per questa ragione – si conclude la nota – abbiamo diffidato a livello nazionale, come Flc Cgil, il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Perchè questi ritardi, queste scellerate scelte per l’immissione in ruolo non solo si trasformano in ulteriore precariato, ma diventano uno zaino pieno di incertezze pesantissime che grava sulle spalle di ognuno dei nostri studenti”.