Via libera definitivo della Camera al ddl sulla condotta e sulla valutazione degli studenti. Il disegno di legge prevede, oltre al ritorno dei giudizi sintetici nella scuola primaria, un inasprimento delle sanzioni per gli studenti, un maggiore peso al voto di condotta, "debiti" in cittadinanza, e multe aggiuntive in caso sentenza di condanna. Un progetto che trasforma la scuola in uno strumento punitivo, negando i principi educativi e riabilitativi che dovrebbero essere alla base del sistema scolastico.

La legge ha subito incontrato l'opposizione della Flc, la Federazione lavoratori della conoscenza Cgil, delle organizzazioni studentesche e di gran parte del mondo scolastico.

Fracassi (Flc): “Idea di scuola autoritaria”

Per Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc, siamo di fronte a “una misura inefficace e formale che propone un’idea di scuola autoritaria, che dimentica la propria missione principale di educare, con personale formato e motivato, con strumenti didattici adeguati e tempi scuola distesi”.

“In particolare – continua la leader sindacale – il voto in condotta e le multe previste dal provvedimento motivate da una rinnovata autorevolezza dei docenti sono quanto di più distante da una reale restituzione agli insegnanti della rilevanza sociale che spetterebbe loro e che deve passare innanzitutto per il riconoscimento economico e per la stabilizzazione dei posti di lavoro. "

“In definitiva, il ddl scuola, che abbandona il tentativo appena avviato nella scuola primaria di costruire un dialogo valutativo e formativo con le famiglie, altro non è che un irrigidimento del rapporto tra scuola e studenti e una proposta di scuola autoritaria, senza alcuna intenzione di educare con più tempo scuola e maggiore supporto educativo. Auspichiamo che, nella fase di modifica dello Statuto degli studenti e delle studentesse, si coinvolgano quantomeno le organizzazioni studentesche”, conclude Fracassi.

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Studenti: “Basta criminalizzazione”

"Oggi si è aggiunto un altro tassello al progetto repressivo del governo, di cui la criminalizzazione degli studenti è la base", dichiara Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi. "Il voto in condotta diventa troppo spesso uno strumento per punire la partecipazione politica degli studenti. Ora che sarà legato ai crediti della maturità e quindi al voto finale, chi garantisce l’obbiettività del giudizio e la libertà di espressione del singolo alunno? L’utilizzo dell’educazione civica come materia su cui assegnare 'debiti' a causa del 6 in condotta rappresenta la svalutazione estrema di una disciplina che dovrebbe invece promuovere la partecipazione e la formazione alla cittadinanza. Tutto questo, per di più, sarà fatto delegando al ministro Valditara il potere di modificare unilateralmente lo Statuto delle studentesse e degli studenti, senza l'obbligo di confrontarsi con le organizzazioni che lo hanno scritto. È inaccettabile – conclude Notarnicola -. Continueremo a opporci, nelle piazze e nei luoghi di confronto con il ministro, quando avrà il coraggio di confrontarsi con noi. Liberiamo il Paese".