“È assurdo che in una scuola statale possano verificarsi episodi di questo genere. La scuola pubblica non può essere il teatro di una scomposta propaganda antiabortista che, soltanto per un clima politico certamente più retrivo, ma più sensibile a tali idee, può credere di condizionare impunemente gli studenti del nostro territorio”. A dirlo sono la Flc e la Cgil di Bari e della Puglia, a proposito di quanto accaduto nel liceo classico Curie di Monopoli (Bari), dove sarebbero state mostrate scene di aborti in video e usati termini molto crudi durante alcune lezioni relativamente al tema.

“Appare ormai confermato che un docente di religione dell'istituto, peraltro ministro di culto, abbia esposto alcune classi prime ad assurdi interventi propagandistici contro l'aborto e la legge 194, dapprima consentendo a esponenti di una locale associazione antiabortista di entrare nelle classi e, in un secondo momento, proiettando il documentario L'urlo silenzioso, un documentario vietato ai minori di 18 anni perché corredato di immagini e commenti cruenti, oltre che scientificamente discutibili e totalmente inadatti all'età degli studenti”, spiega una nota sindacale: “La libertà di insegnamento non può essere confusa con la libertà di violare princìpi e regole basilari della comunità educante, tanto più in un contesto e in una fascia d'età così decisiva per i nostri ragazzi”.

Flc e Cgil di Bari e della Puglia si augurano “che le autorità scolastiche preposte, dal dirigente scolastico all'ufficio scolastico territoriale e regionale, sappiano attentamente valutare il caso e adottare gli opportuni provvedimenti per segnalare l'inaudita scompostezza di tale intervento ‘didattico’. Non può essere consentito a nessuno di irrompere nel contesto scolastico tra ragazzi in formazione e, per finalità propagandistiche, provare a impressionarli con ‘messaggi forti’ da imprimere nelle loro giovanissime menti. Nel merito del messaggio, al contrario, è sotto gli occhi di tutti l'attacco che da più ambienti, anche governativi, viene sferrato all'autodeterminazione delle donne e a una legge di civiltà come la legge 194 che andrebbe rispettata e potenziata, più che affossata, e che invece ha costituito l'obiettivo dichiarato del gravissimo intervento didattico del docente di Monopoli”.