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"Esprimo a nome di tutta la Cgil sdegno e ferma condanna per le scritte apparse stamane a Calimera. Asserire che “l’antimafia tortura” o chiedere l’abolizione del carcere duro per reati di mafia equivale a dire sì alla mafia: in un territorio come il nostro, che conosce la piaga della criminalità organizzata, è un fatto inammissibile". A dirlo è la segretaria generale Cgil Lecce Valentina Fragassi: "Ed è ancora più assurdo che le scritte siano apparse mentre a Calimera sono esposti i resti della Fiat Croma blindata, l’auto apripista su cui viaggiavano gli agenti della scorta di Giovanni Falcone, per celebrare i 60 anni di Antonio Montinaro, l’agente caposcorta del magistrato che perse la vita a Capaci il 23 maggio 1992".
La Cgil parteciperà stasera (venerdì 9 settembre) con una sua rappresentanza alla celebrazione per ricordare Montinaro. "Le mafie proliferano dove c’è un vuoto e dove c’è carenza di lavoro, approfittando di sacche di disagio sociale che poi loro stesse sfruttano e coltivano", conclude Fragassi: "Contrastare le mafie significa contrastare la povertà e il disagio sociale. E in un periodo come questo, nel quale società, economia e politica sono attraversate da una forte crisi, bisogna mantenere alta l’attenzione contro ogni tentativo d'infiltrazione dell’economia legale. Combattere le mafie significa dunque battersi per la dignità del lavoro, per la salute e la sicurezza dei cittadini, per il rispetto quotidiano delle regole”.