Piazza Navona, Roma, mattina del 29 ottobre. Si manifesta contro la legge Gelmini. Gli studenti del Blocco studentesco (estrema destra) caricano i ragazzi degli istituti superiori. Volano sedie, escono fuori le spranghe, le catene. Il tutto – denuncia chi c’era – senza che le forze dell’ordine intervengano. Poi reagiscono gli universitari di sinistra e quelli dei centri sociali. Nasce una rissa con gli aggressori del Blocco studentesco. A quel punto, e solo a quel punto, la polizia interviene. E ovviamente le manganellate capitano un po’ a tutti.

La giornata si conclude con due giovani (uno di destra, uno di sinistra) arrestati dalla Questura con l'accusa di danneggiamento, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. E con 21 appartenenti al Blocco Studentesco trattenuti presso gli uffici della Digos, per essere identificati.

Resta la preoccupazione. Violenza e provocazioni uccidono i movimenti, come ci ha spiegato l’ex presidente della Repubblica ed ex ministro dell’Interno, Francesco Cossiga, in un’intervista illuminante qualche giorno fa.

E il 30 c’è un’altra manifestazione a Roma, organizzata dai sindacati. Che infatti condannano il grave episodio. Dice il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani: "Un gruppo di fascisti ha picchiato i nostri del tutto inermi. Poi sono intervenuti, non graditi, i centri sociali e lo scontro e' diventato tra centri sociali e fascisti. A quel punto e' intervenuta la polizia. Ma fino a quando a essere picchiati erano i nostri giovani c'e' stata la sostanziale indifferenza delle forze dell'ordine". “Questo e' lo schema che abbiamo di fronte e c'e' la minaccia che sia replicato anche domani (il 30, ndr. “Bisogna stare un po' attenti, e' necessario dire che il livello dello scontro sta diventando molto pesante. Non dobbiamo rispondere alle provocazioni".