"È stata alta l’adesione delle lavoratrici e dei lavoratori di Poste Italiane SpA in Emilia-Romagna allo sciopero di oggi proclamato da Slc Cgil". A comunicarlo è lo stesso sindacato di settore, soddisfatto del risultato. "Centinaia gli uffici postali chiusi, e punte di adesione allo sciopero significative anche per i Centri di recapito e di smistamento. Tutti gli ambiti aziendali hanno dato risposte soddisfacenti. La conferma di uno sciopero legittimo e opportuno dopo che i tavoli regionali non hanno dato risposte alle tematiche oggetto del conflitto".

Nella giornata di oggi i dipendenti hanno incrociato le braccia a livello regionale, in Emilia-Romagna. I problemi segnalati dal sindacato ogni giorno su ogni provincia non hanno incontrato l'attenzione e l'impegno dell'azienda per una soluzione. Tutti scontenti, lavoratori, che pure sono rimasti al proprio posto durante tutta l'emergenza sanitaria, e cittadini che si sono trovati spesso in coda, al freddo pungente dell'inverno, subendo i disservizi della mancanza di organizzazione e della carenza di personale, mai risolti. Basta un dato a capire quanto sia profondo, in Emilia-Romagna, il disagio. Nella provincia di Parma i 15 uffici chiusi durante la pandemia, con evidenti disagi verso gli utenti, spesso anziani e fragili, non sono stati più riaperti, lasciando scoperti interi territori. Contro questa situazione la Slc, il sindacato di settore della Cgil, ha deciso lo sciopero regionale per l'intera giornata. Tutti fermi, aspettando risposte dal gruppo.

A spiegare le motivazioni di questa mobilitazione una testimonianza video curata dalla Slc Cgil di Parma. A parlare sono due rsu degli uffici della provincia, Antonella Monteverdi e Armando Ferrante. 

 

 

"Lavoriamo in condizioni di disorganizzazione, la nostra dignità calpestata in ogni momento - accusa Antonella Monteverdi -. Il personale di Poste è denigrato, diffamato, bistrattato, eppure ce la mette tutta, tutti i giorni, per offrire un servizio adeguato alla clientela. Non è colpa dei dipendenti se ci sono le code e se non si riescono a risolvere i problemi, è l'azienda che non ci mette in condizione di farlo. Non abbiamo mai smesso di lavorare, nemmeno nei momenti più brutti della pandemia, nonostante la carenza di personale. Con questo sciopero chiediamo risposte".

"Il recapito  - dice Armando Ferrante - è stato interessato da una serie impressionante di riorganizzazioni. L'ultima ha causato una serie di disservizi, facendo scadere la qualità dell'offerta. 3 miliardi di euro di investimenti messi sul tavolo da Poste per l'ultima rivoluzione, eppure niente è accaduto".

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