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Se il governo ha fatto la propria parte per riorganizzare il trasporto pubblico in vista della ripresa delle lezioni, le parti datoriali che rappresentano aziende pubbliche e private non hanno dato alcuna risposta per avviare una trattativa e scongiurare il blocco del servizio in questo difficile momento per l'intero Paese. È la denuncia contenuta in una nota unitaria dei sindacati dei trasporti.
Le aziende fanno orecchi da mercante. “Registriamo la totale indifferenza e un silenzio assordante da parte di Asstra, Agens e Anav – sottolineano in un comunicato Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna – . Un silenzio non più tollerabile alla luce dell’intervento economico che l'esecutivo ha già annunciato nell’imminente Decreto Ristori per l'intero settore del trasporto pubblico locale. A fronte della compensazione delle perdite dovute al covid con risorse pubbliche – scrivono i sindacati – nessuno può pensare che nulla possa spettare ai lavoratori in attesa da oltre tre anni di veder riconosciuti i propri diritti".
Sedersi ai tavoli. "È necessario – prosegue la nota – prima di avviare la trattativa per il rinnovo 2021/2023, trovare un accordo economico sul triennio contrattuale scaduto il 31 dicembre 2017. Ma a oggi non ci sono novità che possano evitare la mobilitazione". La firma è attesa da più di 100 mila autoferrotranvieri che continuano a svolgere le proprie mansioni gomito a gomito con il virus, mettendo a rischio la propria salute e quella dei propri familiari, tra mille nuove difficoltà organizzative e di sicurezza.
Procedere con le riforme. Per i rappresentanti dei lavoratori non si può più rimandare “l’annunciato riordino del settore avviata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, tenendo anche conto della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale. Un rinnovamento che dovrà procedere in maniera spedita introducendo elementi per migliorare i livelli di qualità del servizio e innalzare gli standard di sicurezza, che approfittino degli incentivi all’unificazione delle oltre 1200 aziende esistenti. Nei giorni scorsi la segretaria nazionale della Filt Cgil, Maria Teresa De Benedictis aveva sottolineato come serva riconoscere il contributo fondamentale dei lavoratori, in un settore produttivo con elementi di valore sociale, ambientale, economico ed industriale che, nella crisi, rappresentano per l’Italia delle opportunità da sviluppare”. Motivi per cui la preparazione dello sciopero unitario per l'8 febbraio prosegue.