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"Emergenza aerospazio", questo il titolo di un convegno organizzato a Napoli dalla Fiom Cgil e al centro del quale non poteva mancare un confronto sulla questione meridionale. "L'affermazione che la questione meridionale è una questione nazionale deve essere tradotta attraverso la destinazione di almeno il 50 per cento del Recovery Fund al Mezzogiorno nel quadro di un unico piano nazionale gestito unitariamente". E' quanto ha affermato il segretario generale della Cgil di Napoli, Walter Schiavella, nella relazione introduttiva. "In particolare, a sostegno di politiche industriali nazionali, capaci di sostenere settori strategici come quelli dell'aerospazio - secondo Schiavella - é necessario un piano nazionale, gestito a livello nazionale, e che affidi alle Regioni esclusivamente il compito di implementarlo coerentemente con politiche e risorse ordinarie, nazionali e comunitarie, di loro competenza".
"Un piano nazionale - secondo Schiavella - per essere tale deve individuare chiaramente priorità sia a livello territoriale sia a livello settoriale. Una individuazione delle priorità nella quale il sindacato deve essere protagonista, rivendicando tavoli di confronto nazionale e locale che a tutt'oggi non ci sono". "Per quel che ci riguarda - ha aggiunto - vogliamo un Mezzogiorno che, in coerenza con la sua storia industriale, sappia riaffermarla e reinterpretarla in chiave innovativa e sostenibile. Per farlo dobbiamo necessariamente partire dalla difesa dell'apparato produttivo esistente. Per questo, difendere Whirlpool a Napoli significa costruire una trincea a difesa di tutto l'apparato produttivo.
"L'altra priorità - ha detto ancora Schiavella - è quella di individuare settori strategici e quello dell'aerospazio é un settore che più di altri è capace di trainare lo sviluppo e per questo di essere uno degli assi di un piano nazionale di politica industriale che garantisca gli insediamenti del Mezzogiorno e, per quel che ci riguarda, della realtà metropolitana napoletana. Infatti, nell'area partenopea insistono aziende quali Avio, Leonardo, Magnaghi ecc. con circa 10mila lavoratori, più altre migliaia in un indotto fatto di piccole e medie imprese in mono committenza". "Una realtà questa - ha concluso Schiavella - oggi è resa più fragile dalla crisi derivante dal Covid, rispetto alla quale occorre costruire una strategia efficace di intervento per rilanciare il settore".