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Una sala gremita ha accolto nella mattina del 26 marzo a Salerno, nel Salone della Provincia, l’incontro pubblico promosso da Spi Cgil, in collaborazione con Fp Cgil e Cittadinanzattiva Campania, sul tema “Sanità e assistenza: il nuovo modello per la provincia di Salerno”. Un’occasione di confronto e riflessione, dati alla mano, sullo stato di avanzamento dei progetti del Pnrr legati alla sanità, ma anche per denunciare una situazione che, in Campania, rischia di trasformarsi in un’emergenza strutturale.
A presiedere i lavori Franco Tavella, segretario generale Spi Cgil Campania e Napoli, che ha aperto l’incontro con una fotografia allarmante: “Il Pnrr doveva rappresentare la svolta verso una medicina di prossimità – ha ricordato – e invece ci ritroviamo con l’83% degli Ospedali di Comunità e il 78% delle Case della Comunità in Campania in ritardo nei lavori. Una paralisi inaccettabile che si somma a decenni di tagli, carenze di personale e sottofinanziamento del sistema pubblico”.
I dati. Per l’Oms a rischio equità e accessibilità delle cure
I numeri parlano chiaro: nel 2024 la spesa sanitaria pubblica italiana è scesa al 6,3% del Pil, sotto la media Ocse, con una previsione di ulteriore calo al 5,9% entro il 2027. Una soglia che, secondo l’Oms, rischia di compromettere l’equità e l’accessibilità alle cure. “Intanto – ha aggiunto Tavella – 4 milioni e mezzo di italiani rinunciano a curarsi per motivi economici o a causa delle lunghe liste d’attesa. È evidente che il modello attuale non funziona. Serve un cambio di passo, serve coraggio politico”.
La realizzazione dei progetti sanitari previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Campania sta affrontando pesanti criticità e ritardi, che minacciano il raggiungimento degli obiettivi nei tempi stabiliti. Secondo un rapporto Cgil aggiornato a febbraio 2025, su 1.416 progetti finanziati a livello nazionale per le Case della Comunità, solo 25 risultano completati e collaudati (1,8%). In Campania, su 171 progetti monitorati, ben 135 presentano almeno uno step in ritardo, segnalando difficoltà nell’avvio e nell’esecuzione dei lavori. Stessa sorte per gli Ospedali di Comunità e l’Assistenza Domiciliare Integrata (Adi), anch’essi afflitti da rallentamenti dovuti a burocrazia, carenza di personale e scarsa sinergia tra Aziende Sanitarie ed Enti Locali.
Massimiliano Voza, responsabile Fp Cgil Medici, ha denunciato il fallimento dell’Adi in Campania, sottolineando come la medicina territoriale sia svuotata di risorse e programmazione. Nella sola Asl Salerno, a fronte di un fabbisogno di 2.500 operatori, le assunzioni possibili – risorse permettendo – si fermano a 1.500. Da qui la richiesta pressante di superare il piano di rientro, rivedere il criterio della quota capitaria e lanciare una piattaforma comune Spi-Fp-Cgil per la piena attuazione del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione.
Cecconi, Spi: “La giusta cura non è solo una prescrizione medica, ma un accompagnamento quotidiano”


A sollecitare una presa di coscienza collettiva è stato anche Arturo Sessa, segretario generale Spi Cgil Salerno: “Pensionati e lavoratori dipendenti finanziano il 90% dell’IRPEF, eppure sono proprio loro a subire ogni giorno le disfunzioni del sistema sanitario. Sanità e lavoro sono temi profondamente connessi: non c’è giustizia sociale senza equità nei diritti fondamentali”.
Simbolico l’intervento di Antonio Apadula, segretario generale Cgil Salerno, che ha richiamato l’attenzione sul destino del punto nascita di Sapri, a rischio chiusura. “La chiamano razionalizzazione, ma è un taglio netto ai diritti delle donne e delle famiglie di un’area vasta e fragile. Così facendo, si condanna una parte del Cilento e della provincia all’abbandono”.
Le conclusioni, affidate a Stefano Cecconi, segretario nazionale Spi Cgil, hanno rilanciato con forza l’urgenza di sbloccare ogni ostacolo nell’attuazione del Pnrr per garantire dignità e tutela del diritto alla salute, in particolare per la popolazione più anziana. “La vera criticità – ha sottolineato – è la sanità territoriale e l’integrazione con i servizi sociali. La giusta cura non è solo una prescrizione medica, ma un accompagnamento quotidiano che richiede strutture adeguate e personale pubblico qualificato”.
Hanno offerto un prezioso contributo ai lavori anche Luigi Savio, segretario regionale Spi Cgil, Paola De Roberto, assessora alle Politiche sociali del Comune di Salerno, e Domenico Bianchi, coordinatore dell’Assemblea Territoriale di Cittadinanzattiva Salerno. La loro presenza ha arricchito ulteriormente un confronto tanto partecipato quanto necessario.