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Oggi e domani presidi e proteste dei lavoratori della sanità privata in molti territori. Dopo la sottoscrizione della pre intesa sembrava giunta al termine la mobilitazione per il rinnovo del contratto nazionale che manca da 14 anni. Ma sono passate settimane dall’accordo e della convocazione attesa per chiudere la partita e procedere alla stipula definitiva non c’è traccia. Così in molte province gli operatori, protagonisti di una lunga stagione di lotte, sono tornati a scendere in piazza.
A Roma accadrà domani con un flash mob organizzato dalle federazioni del territorio, Fp Cgil, Cisl Fp Uil Fpl. “La situazione rischia di diventare esplosiva con i 250mila lavoratori, 25mila solo nel Lazio, in attesa di contratto da 14 anni”. Appuntamento davanti alla sede dell’Aiop della Capitale, in via Lucrezio Caro 63, dalle 9 alle 12 del 29 luglio. “I lavoratori e le lavoratrici – si legge nel comunicato dei sindacati – non possono tollerare altri stop: in tutta Italia riparte la mobilitazione, con flash mob, presidi e sit-in per sollecitare la sottoscrizione del nuovo contratto nazionale. Nel Lazio, regione in cui la mobilitazione è stata forte e determinante per il superamento dei tanti ostacoli alla trattativa, anni durante i quali i lavoratori non hanno mai mancato di riempire le piazze, saremo mobilitati per pretendere una data certa per la sigla del contratto: le lavoratrici e i lavoratori che operano nelle strutture accreditate non possono attendere un minuto di più”.
Inaccettabile, è il commento unanime delle rappresentanze sindacali di alcune cliniche private in Brianza. “Aiop e Aris stanno, ancora una volta, negando il diritto di migliaia di operatori a vedersi rinnovato il proprio contratto di lavoro. Nonostante l’intervento del Ministro Speranza e del Presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini, e la sottoscrizione della pre intesa avvenuta il 10 di giugno, Aiop e Aris nazionali dichiarano di non avere ancora garanzie sufficienti da parte delle Regioni per poter sottoscrivere, in via definitiva, l’ipotesi di nuovo contratto entro la data stabilita, cioè il 30 luglio. I lavoratori sono arrabbiati e sono pronti a mettere in campo tutte le iniziative necessarie al fine di poter chiudere questa vergognosa vicenda che si protrae ormai da quasi 14 anni. Siamo stanchi di aspettare, vogliamo il rinnovo del contratto e lo vogliamo subito”.
“Angeli ed eroi nel pieno dell’emergenza, di nuovo sfruttati finito il lockdown. Fare profitti sulla pelle dei lavoratori è una vergogna. Il contratto nazionale va rinnovato entro luglio”. Con queste parole hanno protestato i lavoratori e la Fp Cgil dell’Emilia-Romagna, questa mattina, davanti a Villa Erbosa, una delle grandi aziende sanitarie private del territorio di Bologna. “La stipula di consulenze con politici da parte dei grandi gruppi è prassi consolidata. Noi vogliamo invece che i soldi vadano a chi lavora”, è la denuncia. “Succede infatti che il loro contratto sia scaduto dal 2007 e ora devono pure assistere all’ennesimo vergognoso balletto di chi non vuole tirare fuori i soldi necessari al rinnovo – si legge nella nota sindacale –. In realtà un nuovo contratto nazionale è stato sottoscritto, la firma definitiva è attesa per il 31 luglio, ma Aris e Aiop hanno ben pensato di darsi alla macchia, scaricando ancora una volta, colpevolmente, la responsabilità sulle Regioni che in alcune zone d’Italia non vorrebbero garantire i rinnovi dei contratti di fornitura. Nel frattempo questi grandi gruppi industriali non conoscono crisi, anzi crescono sempre di più, e sono pronti a sottoscrivere contratti di collaborazione con politici di tutta Italia. Non c’è più senso del pudore e, di conseguenza, noi non possiamo più tacere”.
Il 29 luglio, dalle ore 11.30 alle ore 13, sarà invece il turno dei lavoratori veneti che si ritroveranno in presidio davanti alla sede regionale dell’Aiop a Mestre. “I sindacati saranno ricevuti dai referenti delle associazioni. Sarà l’occasione per sentire dalla viva voce dei lavoratori le condizioni in cui operano, per fare il punto sulla situazione di un settore che occupa in regione 10 mila persone, per illustrare le richieste dei sindacati”.
Una due giorni è stata invece prevista a Napoli, dove l’appuntamento per la protesta è partito questo pomeriggio ma si protrarrà fino a domani.